Il Labour ha una nuova stella, Rory Weal, che brilla più del suo leader

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Il Labour ha una nuova stella, Rory Weal, che brilla più del suo leader

29 Settembre 2011

Mentre l’Italia da qualche settimana è afflitta dal dubbio amletico “aprire o no le porte del Parlamento ai 18enni?”, in Gran Bretagna tre giorni fa accadeva qualcosa di sorprendente. Questa sorpresa ha un nome: Rory Weal. E soprattutto un’età: 16 anni.

Originario di Maidstone, giacca di una taglia più grande, cravatta rossa, pettinatura alla Liam Gallagher. Così è salito sul palco del congresso dei laburisti inglesi il giovane Rory, che si è preso una settimana di vacanza da scuola per seguire i lavori del Labour a Liverpool e, preso coraggio, ha alzato la mano per intervenire alla conference e con un discorso di tre minuti in difesa dello stato sociale e contro i tagli all’istruzione del governo Cameron ha letteralmente stregato la platea e non solo.

Accompagnato dalla madre e dalla sorella, il 16enne ha raccontato le difficoltà finanziare vissute in seguito alla separazione dei suoi che lo hanno portato a fare la scelta obbligata di lasciare una scuola prestigiosa, l’unica che assicuri un futuro dignitoso e la possibilità di aver potuto continuare a studiare solo grazie allo stato sociale. Con una determinazione e un gestualità che non avrebbero nulla da invidiare a un politico navigato, Rory ha attaccato duramente i tagli del governo Tory al welfare che, a sua detta, potrebbero creare 40mila nuovi homeless e colpire le fasce più deboli della popolazione. “Stanno distruggendo tutti i progressi degli ultimi 13 anni. Io non sarei qui se non fosse stato per quel sistema, per quella rete di sicurezza. Uso questa occasione per chiedere al governo di fare marcia indietro”. E con decisione e quasi un’aria di sfida si è rivolto direttamente al primo ministro inglese chidendogli: “Cosa mi consiglia di fare quando non potrò permettermi di andare a scuola domani? Quando non potrò più comprami i libri e i materiali per le lezioni? O andare in gita scolastica? Questo governo non capisce come vive davvero la gente”.

Un intervento, quello del ragazzo, che è stato definito dalla stampa d’Oltremanica “Labour boy”, che lo ha reso l’inaspettato protagonista del congresso e che gli ha fatto guadagnare l’unica standing ovation e i complimenti dei leader del partito che, schierati alle sue spalle, sono stati offuscati dalla luce della ‘nuova stellina’ laburista. Il primo ad alzarsi in piedi e a stringergli la mano è stato proprio Ed Miliband, il giovane leader che da sempre nel partito incarna l’anima più tradizionale, quella di rito brownianosi, e che in queste settimane si sta giocando con fatica – dato il poco carisma, i diversi passi falsi fatti e la presenza incombente del sindacato sulla sua spalla – il ruolo di possibile sfidante di Cameron alle prossime elezioni.

L’enfasi e la fermezza con cui Rory ha fatto il suo intervento, che ha avuto tanto successo anche perché dettato dalla sua esperienza di vita di studente, ha riportato alla memoria dei giornalisti presenti in sala il famoso “momento William Hague”, quando nel lontano 1977 l’attuale ministro degli Esteri fece il suo esordio al congresso dei conservatori, con un intervento che strappò i complimenti di Margaret Thatcher e mandò in visibilio i Tory. Che il 16enne sia accomunato a Haugue dallo stesso destino?

Solo il tempo potrà dirlo. E al di là delle polemiche e del gossip che potranno, e che in parte già stanno, condendo l’episodio, c’è da prendere atto che a 16 anni si può avere, in alcuni casi, una testa più pensante e una dialettica migliore di quella di un 50enne che mastica politica da anni. E noi italiani che ancora ci vantiamo di avere in politica un enfant prodige (Debora Serracchiani) di ‘soli’ 41 anni…