Il leader di Hamas torna dall’esilio. Vince l’estremismo

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il leader di Hamas torna dall’esilio. Vince l’estremismo

10 Dicembre 2012

Dinamiche mediorientali a velocità supersonica. Arriva Khaled Mashaal a Gaza. Il leader di Hamas festeggia varie cose: il suo primo ritorno a Gaza dal ‘67, i 25 anni dalla fondazione del movimento islamista da tutto il mondo messo nella lista terrorista, la gioia di aver sparato missili fino a Tel Aviv e Gerusalemme usando le forniture iraniane e tuttavia di aver coinvolto nelle trattative l’Egitto della Fratellanza così da dissuadere Israele da un ingresso nella Striscia in conclusione della guerra.

C’è chi dice che quando Mashaal se n’è andato da Damasco in seguito alla rivolta contro Assad (i palestinesi sono sunniti, alleati naturali dei ribelli) ha creato le premesse per un distacco dall’Iran… ma fino ad ora le armi seguitano a fluire a Gaza tramite il Sudan,il Sinai e quant’altro. Tuttavia per questo distacco dalla Siria, Mashaal è visto come un possibile interlocutore segreto di Israele. Ma perché mai un Hamas sulla cresta dell’onda vorrebbe cercare la pace? Bisogna invece leggere bene il fatto che per la prima volta Fatah abbia deciso di partecipare ai festeggiamenti di Hamas, che altro non sono che una ripetuta condanna a morte di Israele.

Il riavvicinamento fra le due fazioni infatti si sta svolgendo,contrariamente ai sogni europei che immaginavano che il rafforzamento di Abu Mazen all’ONU avrebbe aiutato il processo di pace, all’insegna della guerra e di una Terza Intifada. Le manifestazioni di gioia per la vittoria all’ONU nell’West Bank inneggiano alle bombe di Hamas, (“Oh Kassam bomb Tel Aviv” gridala gente e anche “Dal fiume (Il Giordano ndr) al mare (il Mediterraneo) la Palestina sarà libera”), i leader diFatah prevedono una nuova Intifada.

E’ Fatah che si sposta sulle posizioni di Hamas e non viceversa. Il linguaggio di Abu Mazen diceva già tutto nel discorso all’ONU, dove parlava di Israele come “Stato criminale e di apartheid”, e riproponeva i temi delle “guerre di aggressione” e “dei crimini di guerra” del Paese con cui tutto il mondo spera che lui, contrariamente a Hamas, voglia fare la pace.Invece eccoli là a Gaza, Hamas e Fatah, contenti di essere insieme a progettare nuove guerre.

Tratto da Il Giornale