Il M5S dice sì a Alde. Farage “vuol far parte dell’establishment”
09 Gennaio 2017
La votazione online indetta sul blog di Beppe Grillo dice sì alla proposta di passaggio del M5S nel gruppo europeo Alde. Alla votazione, si legge sul blog, “hanno partecipato 40.654 iscritti certificati. Ha votato per il passaggio all’Alde il 78,5% dei votanti pari a 31.914 iscritti, 6.444 hanno votato per la permanenza nell’Efdd e 2.296 per confluire nei non iscritti”, ovvero nel gruppo Misto.
Il gruppo Alde (Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa), attualmente composto da 68 eurodeputati guidati dal Belga Guy Verhofstadt e provenienti dai partiti del centro moderato e liberale dei paesi europei (ma senza italiani) “resterà pro europeo” anche dopo l’eventuale accordo con il Movimento 5 Stelle e l’eventuale ingresso dei suoi 17 eurodeputati nel gruppo. Lo ribadisce il quartier generale del partito al Parlamento europeo, sottolineando che in questa direzione vanno le condizioni messe a punto nei giorni scorsi come base per il negoziato sull’accordo.
Intanto molti esponenti del gruppo, in particolare le francesi Sylvie Goulard e Marielle de Sarnez, hanno pubblicamente espresso la loro contrarietà all’alleanza con il movimento di Grillo, considerato euroscettico, come confermato dalla precedente alleanza con l’Ukip di Nigel Farage.
Questa sera è in programma una prima riunione ristretta ai capi delle delegazioni nazionali del gruppo, fra cui a stessa Sarnez, mentre domani sera si riuniranno tutti i 68 eurodeputati liberaldemocratici. Solo al termine di queste due giornate di riunioni si conoscerà la decisione dell’Alde sull’ingresso dei deputati del Movimento 5 Stelle.
“Con questa decisione il Movimento 5 Stelle dimostra in modo evidente di voler entrare a far parte dell’establishment”. Così l’ex leader dello Ukip Nigel Farage commenta la svolta di Beppe Grillo all’Europarlamento.
“Alcuni degli europarlamentari del M5S – aggiunge Farage – amano così tanto il loro lavoro a Bruxelles e a Strasburgo solo perché permette loro di godersi in pieno l’atmosfera, lo status di deputati Ue e i soldi. E quindi vogliono essere popolari anziché applicare il programma del M5S”.
Il leader della Brexit osserva: “Considerando i recenti commenti di Beppe Grillo sull’euro e sulla crisi dei migranti, questa decisione del Movimento 5 Stelle di cambiare gruppo al Parlamento europeo è totalmente illogica e farà sempre di più apparire il M5S agli occhi di tutti come un partito dell’establishment”.
Farage si dice “sorpreso”, perché “questa decisione va completamente contro tutte le ultime affermazioni di Grillo”. Non solo, lo stesso leader pentastellato in passato era stato molto duro con il capo dei liberali Ue, Guy Verhofstadt.
“Il punto chiave di tutta questa vicenda – spiega l’ex numero dello Ukip – è che Verhofstadt odia la democrazia diretta, che invece è alla base dei 5 Stelle. Verhofstadt è contrario a tutto ciò che riguarda le decisioni prese dal basso e quindi questa scelta di Grillo non ha davvero alcun senso. A questo punto sorgono grossi dubbi sul futuro dello stesso M5S”.
Per il leader della Lega Matteo Salvini “con oggi per qualche poltrona e qualche euro in più Grillo e i 5 Stelle a Bruxelles stanno nel partito più europeista di tutti, quello sostenuto da Prodi e da Monti. Mi spiace perché è una triste fine: dalla rottamazione alle poltrone. Mi spiace per gli elettori M5S, – continua – che pensavano di votare un partito che voleva lasciare l’euro, cambiare l’Europa e fermare l’immigrazione”.
Secondo il leader del Carroccio, Verhofstadt ci guadagnerà da questa vicenda in vista della partita per la presidenza del Parlamento europeo: “Ci sarà stato uno scambio: gli esponenti M5S lo voteranno come presidente e in cambio avranno qualche soldo e qualche presidenza di commissione in più. Per chi si presentava agli italiani come la rivoluzione è una misera fine”.