Il made in Italy che risolve i problemi: Ansaldo e Federacciai investono nel nucleare in Slovenia

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Il made in Italy che risolve i problemi: Ansaldo e Federacciai investono nel nucleare in Slovenia

Il made in Italy che risolve i problemi: Ansaldo e Federacciai investono nel nucleare in Slovenia

14 Settembre 2022

Più certezza sulle forniture di energia e contenimento dei costi della materia prima per continuare a sostenere la produzione. E’ questo l’obiettivo dell’accordo tra Federacciai e Ansaldo Nucleare, controllata di Ansaldo Energia, che hanno deciso di spostarsi in Slovenia per investire in un nuovo impianto nucleare. A soli 200 chilometri dal confine italiano un investimento da 400 milioni di euro darà vita ad una newco da 1,2 miliardi di capitale che finanzierà il raddoppio della centrale slovena di Krsko. Un’operazione complessa che porterebbe alle imprese coinvolte in cambio l’avvio della fornitura di energia nucleare, da subito, in linea con le disponibilità slovene e a prezzo calmierato per dieci anni. L’investimento totale, che prevede anche la partecipazione del governo di Lubiana, è di 5 miliardi ed è incentrato sul rinnovamento dell’impianto, in linea con i migliori standard tecnologici. 

Grazie a questa partnership, il settore siderurgico italiano riesce ad assicurarsi una fornitura energetica affidabile, pulita e a costi sostenibili. 

Made in Italy più che mai strategico, quindi, in uno scenario in cui le competenze e il saper fare aprono a possibilità di internazionalizzazione che rappresentano anche la soluzione a problemi urgenti, come la crisi energetica. 

La scelta della Slovenia non nasce però solo dalla vicinanza  geografica. Già da tempo, infatti, la prossimità con Lubiana ha contribuito a generare opportunità di business e apertura internazionale per le imprese italiane, non solo del Nord Est. L’Italia è il secondo mercato di destinazione dell’export, ed è il quarto paese fornitore della Slovenia. Nel 2021, il valore dell’interscambio totale tra Italia e Slovenia ha superato i 9 miliardi: il 30,7% in più rispetto al 2020. Un dato in crescita del 4,5% rispetto al 2019, che fu a sua volta un anno da record. Dal nostro Paese partono verso Lubiana soprattutto metalli di base e prodotti in metallo, macchinari e apparecchi n.c.a. , sostanze e prodotti chimici. 

Un mercato sempre più strutturato che, grazie alla ripresa economica, sta formando consumatori esigenti e interessati alla qualità dei prodotti italiani, dalla moda all’agroalimentare. E dall’Europa, attraverso il Pnrr, la Slovenia riceverà 2,5 miliardi di euro per attuare un vasto programma di riforme. Il 42% delle risorse è destinato alle energie rinnovabili e alla transizione ecologica, un ambito nel quale potrebbe aprirsi un interessante spazio di collaborazione con le imprese italiane.Â