Il manager della Asl di Pescara, Claudio D’Amario, verso la riconferma
30 Gennaio 2012
E’ partito da zero, o quasi. Da un’azienda in cui il concetto di governance era un perfetto sconosciuto. E in cui a farla da padrona erano più che altro scandali e disservizi. Ma la professionalità e la motivazione non gli sono mancate. Per questo la riconferma è stata quasi un passaggio naturale. E dunque Claudio D’Amario è pronto a continuare il suo lavoro di direttore generale alla Asl di Pescara. In queste ore verrà sciolta la riserva circa la sua riconferma. Ma a scorrere il lavoro fatto, che questo venga continuato appare quasi scontato.
Raggiunti gli obiettivi economici, rispettato il Piano di rientro del debito sanitario, razionalizzato reparti e servizi, sono solo alcuni degli obiettivi portati a termine nel’ultimo triennio. A dimostrazione che il nome di D’Amario è stato il frutto di una scelta consapevole e ragionata.
Ciò che è cambiato nella gestione della Asl è stato soprattutto il metodo, che come D’Amario ha più volte sottolineato deve caratterizzarsi per “obiettivi economici”. Con tutto ciò che ne segue in termini di valutazione del personale e dei servizi, perché anche la sanità deve essere valutata, diversamente da come si è fatto in passato, come un’attività produttiva. Il manager ci ha provato e numeri e qualità del servizio ora sono dalla sua parte.
La sfida ancora aperta è quella contro l’ospedalizzazione, eccessiva e causa di sprechi e inefficienze. Ma cambiare una mentalità consolidata in anni e anni di cattiva gestione non è facile. Fatto sta che strada verso la riduzione delle spese passa soprattutto dalla riduzione dei ricoveri. In un sistema sanitario che funziona, in ospedale arriva solo che ne ha davvero bisogno. Un percorso che passa però dal potenziamento del territorio a cominciare dai medici di base, che devono riconquistare il proprio ruolo.
Il rilancio e l’innovazione sono dunque già scritti nell’agenda pronta per il nuovo incarico. Ma in che modo? Della presenza più efficace delle Asl sul territorio si è già detto. Ma più in generale si punterà sul ricambio generazionale cui deve affiancarsi una rivoluzione del ruolo del primario, che deve avere la capacità di fare “scuola”, lavorando esclusivamente all’interno dell’ospedale.
Con una consapevolezza: l’Abruzzo non potrà mai permettersi una sanità completamente gratuita. E comunque, non è detto che questa sua la giusta regola di equità. Meglio, infatti, stabilire giuste regole di esenzione, ma garantire a tutti una sanità efficiente e democratica.