Il matrimonio Santanché-Rondolino

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Il matrimonio Santanché-Rondolino

14 Novembre 2012

Come noto, la pasionaria della destra dura e pura Daniela Garnero in (ex) Santanché si candiderà alle primarie del Pdl previste, con ogni probabilità, per il 16 dicembre prossimo. Lady Daniela, per l’occasione, ha voluto scegliere come consigliere della sua campagna nientemeno che Fabrizio Rondolino.

Dirigente Fgci dal 1986 al 1988 nonché cronista parlamentare a L’Unità fino al ’96, fu spin doctor – assieme all’altro ‘lothar’, Claudio Velardi – di Massimo D’Alema alla fine degli anni ’90. Ora, la provenienza politica di Rondolino è più che mai caratterizzante e caratterizzata. La scelta della Santanché, dunque, appare quantomeno bizzarra. Bizzara per chi, per anni, ha fieramente issato e sventolato la bandiera dell’anticomunismo militante. Per chi, sempre contro il ‘pericolo sovietico’, combatte da tempo ormai immemore.

O tempora, o mores, la lapidaria e, forse, condivisibile analisi di Libero. “Il giornalista di sinistra rappresenterà la politica di destra- destra (alla Marine Le Pen, ndr) alle riunioni del Popolo delle Libertà”. Già, sinistra per la destra. Eppure, Rondolino, il grande passo pare averlo compiuto già un anno or sono quando, a seguito della dipartita da La Stampa di Mario Calabresi – figlio di Luigi, tragicamente ucciso la mattina del 17 maggio 1972 a Milano –, approdò a Il Giornale di Alessandro Sallusti.

A seguito di detta cacciata, Rondolino ha cominciato a insultare pesantemente Calabresi Junior. Più volte definitivo ‘orfanello’, il nuovo spin doctor ‘santancheiano’ ha tentato dalle pagine del suo blog, The Front Page, di spiegare meglio le motivazioni di un simile epiteto: “Mario Calabresi mi ha cacciato da La Stampa, e lo ha fatto nel peggiore dei modi: per un anno e mezzo non ha risposto né alle mail, né alle telefonate, né alle proposte di articoli; poi mi ha convocato per dirmi che scrivevo poco, e che La Stampa era in difficoltà”. Bene, certamente corrispondente al vero.

Ciò non toglie, però, che apostrofare Mario Calabresi alla stregua di ‘orfanello’ assume le sembianze di vero e proprio sciacallaggio. Insomma, per citare il vecchio adagio: “Chi si somiglia si piglia”. Conosciamo il linguaggio utilizzato di Daniela Santanché. Abbiamo analizzato quello di Rondolino. Ergo, questo matrimonio s’ha da fare.