Il ministro Rotondi boccia la pausa pranzo: “E’ dannosa per il lavoro”

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Il ministro Rotondi boccia la pausa pranzo: “E’ dannosa per il lavoro”

23 Novembre 2009

“La pausa pranzo è un danno per il lavoro, ma anche per l’armonia della giornata. Non mi è mai piaciuta questa ritualità che blocca tutta l’Italia”. Parola di Gianfranco Rotondi, ministro per l’attuazione del programma di governo che dalla tv web “Klaus Condicio” (in onda su YouTube) aggiunge: “Non possiamo imporre ai lavoratori quando mangiare, ma ho scoperto che le ore più produttive sono proprio quelle in cui ci si accinge a pranzare. Chiunque svolga un’attività in modo autonomo, abolirebbe la pausa pranzo”.

Rotondi suggerisce di distribuire in modo diverso il tempo riservato al pranzo “come del resto avviene negli altri paesi”. Il riferimento è a una ricerca internazionale in base alla quale quello italiano sarebbe un caso isolato perché in Germania “per incentivare la produttività – spiega Rotondi –  la pausa pranzo in alcuni posti di lavoro dura mezz’ora, mentre si estende a 45 minuti per chi lavora oltre le 9 ore. Inoltre, secondo un recente sondaggio, un quarto dei tedeschi trascorre la propria pausa pranzo lavorando. Anche in Inghilterra molti dipendenti vi rinunciano o la riducono, sia nei minuti che nel numero di pause nel corso dell’intera settimana. Negli ultimi due anni, infatti, si è scesi da una media di 3,5 pause a settimana del 2006 a 3,3 nel 2008. Addirittura meno di 3 per le donne. In Francia lo statuto dei lavoratori riconosce 20 minuti ogni 6 ore”. L’ultimo esempio che Rotondi cita riguarda l’America dove “la pausa pranzo non è proprio prevista dalla legge federale ed è regolamentata autonomamente dai singoli Stati, mentre in Canada e Svezia si pranza davanti alla scrivania”.