“Il mio sogno è quello di disegnare il mondo”

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“Il mio sogno è quello di disegnare il mondo”

28 Dicembre 2008

Leggere per credere: “Il potere in sé è perverso, chiunque lo eserciti, e chi come me lo osserva da fuori, deve smontarlo, raccontarne la parte divertente, quella da avanspettacolo, senza mai preoccuparsi di passare il segno e senza mai fermarsi a chiedere scusa. Perché anche la pornografia più becera è più innocente della politica con le migliori intenzioni”. Parola di Vincenzo Gallo, in arte Vincino, disegnatore, satirico, vignettista, tra i più noti e apprezzati (pubblica tra l’altro, e in ordine sparso, su Il Foglio, Il Corriere della Sera, Vanity Fair).

L’anno scorso, aveva rievocato per Rizzoli la nascita di una delle più brillanti e irriverenti riviste italiane del dopoguerra, Il Male, fondata insieme a Pino Zac nel 1977. Quest’anno, è tornato in libreria con un’antologia che raccoglie il meglio dei suoi disegni. Dal titolo azzeccatissimo, Poteri Morti:  “Se proprio vuole sapere la verità – precisa subito – il nome è una brillante idea del responsabile editoriale Rizzoli. Potrei  mentire e dire tutt’altro, ma la cosa in realtà è andata così. Io sono felicissimo e non posso che ringraziarlo”. Le antologie tornano buone a tracciare un bilancio, o quantomeno a cercare di capire quali differenze ci siano tra la satira del passato prossimo e quella di oggi: “Sostanzialmente, tra l’esperienza del Male e quella odierna, non è cambiato granché. Resta il fatto che con un giornale di satira si ha in mano uno strumento formidabile: solo così, e grazie a un collettivo di autori, si può raccontare davvero di tutto, peraltro con gli strumenti che vuoi: disegni, storie ironiche o falsi giornali”.

La firma di punta della vignetta nazionale dice di sentirsi “siciliano: sto tre mesi l’anno a Palermo e amo moltissimo la mia regione, così come apprezzo autori del calibro di Leonardo Sciascia, oltre che i miei conterranei che hanno fatto parte del Gruppo ‘63”. Sulla vulgata di un’isola marginale, lontana dalla temperie e dagli stimoli delle grandi città continentali sembra dimostrare più di un riserbo:  “Quando ero giovane, vivendo a Palermo non mi sentivo affatto in periferia. Era come se fossi a Berlino, a Berkley o a New York. Del resto, in quegli anni, i giovani facevano casino in tutto il mondo. Poi, la situazione è decisamente cambiata, ma gli ultimi segnali non sono affatto sconfortanti: tra le cose migliori che sono in circolazione, va segnalato il mensile Pizzini, un prodotto ideato e realizzato per gran parte da palermitani”.

Ma come si fa a creare ogni giorno una vignetta, a trasformare un’idea e a metterla su carta? Qui Vincino dapprima ricorda che “Picasso disegnava moltissimo, persino fino a tardissima età”. Poi spiega: “a dire il vero, una parte del mio lavoro non ha molto a che fare con il giornalismo, ma riguarda più che altro il disegno e l’arte. Ecco: il disegnatore, l’artista, il poeta non vanno mai in ferie. Ed io se resto qualche giorno senza disegnare sto male. Diciamo che è un modo per parlare con me stesso. In fin dei conti, il foglio bianco è come uno specchio, e il mio sogno è quello di disegnare il mondo”. Per questo, conclude, “non mi sono mai sentito in concorrenza con nessuno”.