Il Molise è una piccola Regione che sta gestendo bene l’emergenza migratoria
07 Aprile 2011
La macchina organizzativa allestita in Molise per accogliere gli immigrati è entrata in funzione. La Prefettura di Campobasso sta coordinando tutte le attività necessarie per garantire ai migranti un soggiorno accettabile. Qualche problema, invece, è dovuto al loro controllo. Duecento persone da gestire non sono molte, rispetto ad altre realtà, ma nemmeno un numero esiguo. E infatti, proprio questa notte, una quindicina di tunisini hanno tentato la fuga scavalcando la recinzione esterna del campo base della Protezione civile. Tutti sono stati ritrovati e riportati indietro. Un “piccolo incidente di percorso”, è stato definito. Ma ora tutte le attività si concentrano principalmente sull’assistenza umanitaria. Garantire tutti i giorni igiene, pasti, vestiti, fornire appoggio medico, legale, culturale a persone in condizioni psico-fisiche precarie per la stanchezza e lo stress è una sfida che, almeno nel campo di accoglienza di Campochiaro (Campobasso), sembra sia pronta per essere affrontata a testa alta.
Il progetto del campo di accoglienza era già in cantiere da una settimana: quasi 5mila metri quadri di terreno recintato, 30 tende da otto letti ognuna in grado di accogliere circa 400 persone. Andando sul posto ci si può rendere conto di come i lavori ormai siano conclusi. L’area è presidiata da carabinieri, polizia, guardia di finanza e corpo forestale. Il supporto della protezione civile e i vigili del fuoco sono un’ulteriore garanzia di tranquillità nella gestione del campo profughi. E anche i tentativi di fuga, come è stato detto, possono essere tranquillamente contenuti.
Chi si trova ad affrontare l’emergenza, però, spera che le cose si risolvano al più presto, anche se lo spirito che regna in queste ore tra le tende e le strutture di prima accoglienza è quello di offrire più aiuto possibile agli immigrati. Mercoledì notte sono arrivati su quattro pullman: stanchi, distrutti. Molti dormivano profondamente all’arrivo nel campo base della protezione civile di Campochiaro. Una giornata cominciata all’alba con l’imbarco a Lampedusa, poi la traversata in mare e l’arrivo alle 20 a Civitavecchia. Ore trascorse al porto per essere identificati e poi nuova partenza. Un’unica sosta durante il tragitto, “per questioni di sicurezza”, gli è stato detto. Una volta in Molise, a scortarli al di là dei cancelli del campo base, le forze dell’ordine, che ora presidiano l’intera area 24 ore su 24. E’ impossibile per chiunque entrare senza un permesso speciale, ma al di là della recinzione non sfugge nulla di ciò che accade all’interno. Quello che abbiamo visto nelle ultime ore conferma l’impressione iniziale: nonostante il tentativo di fuga di pochi ospiti, la situazione è tornata sotto controllo. Addirittura qualche immigrato (l’età media è intorno ai 20 anni) saluta i giornalisti rimasti fuori la palizzata.
Le notizie della tragedia in mare a largo di Lampedusa sembra non abbiano turbato la quiete di chi è arrivato in provincia di Campobasso. Nessuno di loro, fino a poche ore prima, aveva mai sentito parlare del Molise. Oggi, invece, è qui che sono ospitati, ma per molti la permanenza non sarà questione di pochi giorni. Sono tutti uomini, perlopiù tunisini. Tanti sognano la Francia. Ma è in Molise che si incrociano i destini di questi profughi. Per il momento restano ancora clandestini, ma presto saranno liberi in base all’accordo raggiunto tra il governo italiano e quello tunisino. L’intesa prevede una “sanatoria” sui permessi di soggiorno brevi per chi è già sbarcato in Italia e non ha problemi con la legge. Per chi ha scelto nei giorni scorsi di rischiare la vita nella traversata verso Lampedusa, è come avere vinto una lotteria. Molti stranieri partiti nelle ultime ore, invece, non ce l’hanno fatta.
I duecento profughi sono stati ricevuti nella struttura di prima accoglienza di Campochiaro, messa a disposizione dalla protezione civile. Qui hanno trascorso anche la seconda notte. Da lì saranno spostati presto nel campo di accoglienza (distante qualche centinaio di metri) dopo che sarà terminata la lunga procedura d’identificazione e sistemata la rete di contenimento alta circa tre metri. Nel campo ci sono anche carabinieri, polizia, guardia di finanza, corpo forestale, vigili del fuoco, personale sanitario, oltre ai volontari dell’associazione umanitaria “Connecting people”. Questi ultimi sono in 24, tra mediatori culturali, informatori legali, assistenti sociali e medici. Agli immigrati sono state consegnate medicine e vestiti puliti. Ora c’è da programmare anche le visite mediche. Il lavoro dei volontari è continuo. Tutte le attività sono coordinate dalla Prefettura di Campobasso, che mantiene alta la guardia. Insomma, la macchina dell’accoglienza funziona e il Molise sta dimostrando di essere una piccola Regione, ma con una grande capacità di farsi carico, nei limiti delle sue possibilità, di un’emergenza che riguarda tutto il paese.