Il mondo arabo non si faccia abbindolare da Erdogan “l’affabulatore”

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Il mondo arabo non si faccia abbindolare da Erdogan “l’affabulatore”

21 Settembre 2011

Lo abbiamo capito chiaramente. Erdogan sta cercando di mettere la sua ipoteca sulla Primavera araba (o almeno su ciò che ne emerso e rimasto). Ma perché, si chiederanno in molti, vista la sua sovraesposizione negli ultimi giorni e soprattutto la recrudescenza dello scontro con Israele per la vicenda della Freedom Flotilla? La pretestuosità della richiesta di scuse relativamente a quell’episodio increscioso si deduce facilmente dal tempo che è passato. Un po’ troppo per chiedere ora, pena la rottura delle relazioni, delle scuse che in ogni caso non avrebbero comunque sanato una diatriba complessa, che deriva da questioni afferenti all’annosa questione palestinese.

Certo, non sfugge come usare l’argomento palestinese sia un’arma efficace per mettere mano alle difese inibitorie del mondo arabo, così scosso dai moti rivoluzionari, dalle repressioni e dall’arrivo roboante dell’estremismo di palazzo e di piazza. Ma è solo un déjà vu. Cosa vuole Erdogan? Cosa cerca in queste sue scorribande? Semplice: una volta esplosa la crisi economica, proprio in quell’Europa alla quale aveva supplicato fino a ieri di aderire, ora il suo sguardo si volge ad est, a quel mondo in cerca di una guida. L’aria da conquistatore l’ha assunta con grande disinvoltura, tanto da sembrare a proprio agio nelle vesti di “nuovo eroe” del mondo arabo, come qualcuno lo ha ribattezzato.

Ricordo sempre con una certa simpatia la teoria dei “corsi e ricorsi storici” di Vico, perché so che non sbaglia mai, nemmeno quando i tempi, come oggi, cambiano talmente tanto da rendere l’analisi più difficile. Ecco che torna – senza però l’assenso del popolo turco che è assai più moderato e lungimirante di Erdogan – quella volontà di potenza e di egemonia che pervase tutto il quadrante arabo in anni bui e che certo la storia non ha cancellato. Gli arabi non hanno dimenticato e spero non si faranno abbindolare da questo affabulatore, che ancora mette mano alla Palestina come punteruolo mediatico e popolare di piazza.

Ci tengo a sottolineare che qui siamo dinanzi a una volata tutta personale di Erdogan, che addirittura minaccia lo stop alle forniture se Cipro dovesse assumere la presidenza semestrale dell’Unione europea nel secondo semestre del 2012. Mi chiedo, ma Erdogan sa che l’Europa è ancora un continente di uomini e donne liberi? E che nessuno qui accetta o tantomeno sponsorizza i suoi diktat? La Turchia sarebbe anche pronta per entrare in Europa, ma senza Erdogan, che dietro la faccia della legalità e della tradizione, nasconde un’anima dura, che non guarda certo alla moderazione come stella polare della sua azione di governo. Lo schiaffo rifilatogli dal suo popolo in occasione della tentata riforma della costituzione in senso religioso è testimone di cosa abbia in mente da sempre. Il mondo arabo non si faccia irretire dalla dialettica libertaria ben costruita del despota turco, perché dietro di essa si cela una volontà assai diversa…