Il “muro contro muro” dei Repubblicani è un favore fatto a Obama
02 Maggio 2011
“Insomma, il troppo è troppo.” Ecco come ha reagito Jan Brewer, repubblicana, governatore dello Stato dell’Arizona per spiegare la sua imposizione del veto su due proposte di legge approvate dal Senato e Camera statali. La prima avrebbe richiesto la prova di cittadinanza di tutti i candidati presidenziali. La seconda avrebbe permesso di portare armi da fuoco nei campus universitari pubblici. L’anno scorso la Brewer ha invece firmato alcune leggi polemiche, una fra le quali molto severa contro i clandestini, che i tribunali hanno bloccato in parte perché le questioni di immigrazione sono il territorio del governo federale. Il veto della Brewer sembra indicare che i repubblicani siano andati troppo a destra. Lo si è visto alcuni mesi fa quando Scott Walker, il governatore del Wisconsin, ha fatto approvare leggi antisindacali che hanno suscitato fortissime manifestazioni contro i repubblicani.
Al livello federale sembra anche che i repubblicani abbiano già oltrepassato la linea. Il piano di riduzione al deficit approvato il mese scorso dalla Camera senza nessun voto democratico sta già causando grossi grattacapi. L’architetto del piano, Paul Ryan, chairman della Commissione al Bilancio, è stato fischiato dai cittadini del Wisconsin durante uno dei suoi town hall, un incontro per spiegare il disegno di legge. Il piano di Ryan ridurrebbe il deficit ma comporterebbe tagli ingenti al Medicaid, l’assicurazione per i poveri. Allo stesso tempo cambierebbe il Medicare, l’assicurazione medica per gli anziani, con un sistema di voucher, in effetti privatizzando il programma. Il piano consegnerebbe gli anziani alle assicurazioni private e in un certo senso eliminerebbe un programma che anche se non perfetto è molto popolare tra gli americani.
Altri parlamentari repubblicani hanno ricevuto simili accoglienze dai loro cittadini arrabbiati con il piano di Ryan. Il parlamentare Lou Barletta della Pennsylvania ha anche subito l’ira di alcuni cittadini del suo distretto. La parlamentare Mary Bono della California è stata accusata dai suoi elettori di volere eliminare il Medicare. Il parlamentare Charles Bass dello Stato del New Hampshire di voler consegnare gli anziani alle grinfie delle assicurazioni private. I sondaggi nazionali dovrebbero preoccupare il Partito Repubblicano. Il 65% degli americani si oppone alla privatizzazione del Medicare, secondo un sondaggio della Abc. La maggioranza degli americani, secondo un altro sondaggio, favorisce l’aumento delle tasse ai benestanti per risolvere la questione del deficit. No, ribattono i repubblicani. Noi vogliamo salvare il Medicare perché i costi sono insostenibili considerando il deficit federale.
Chi ha causato il deficit? Hanno cominciato proprio loro, i repubblicani, guidati dall’ex presidente George Bush con le sue due guerre e la riduzione delle tasse (quando era in carica Bill Clinton il bilancio aveva generato un surplus). Ma gli americani non sono bene informati. Il 27% dei cittadini statunitensi, per esempio, non crede che Obama sia cittadino americano. Ciò ha spinto il presidente a rilasciare il suo certificato di nascita.Anche in California, lo Stato nazione nella costa del Pacifico, ottava potenza economica mondiale, i cittadini si sono resi conto che non si può colmare il buco al bilancio solo con tagli. Un recente sondaggio suggerisce che la maggioranza favorisce l’aumento delle tasse per prevenire tagli stratosferici alle scuole ed altri servizi.
Fino ad oggi i democratici sono rimasti poco attivi e non hanno reagito. L’eccezione è il presidente Obama il quale ha etichettato il piano di Ryan come “radicale”. Lo è. Riflette in parte l’attuale "estremismo" del Gop, soprattutto se si considera che una buona parte dei legislatori repubblicani votarono a favore quando il Social Security ed il Medicare sono stati approvati. Ma negli ultimi trent’anni il Partito Repubblicano si è progressivamente spostato a destra rinunciando a posizioni del genere. Al contrario, molti di loro hanno sottoscritto l’ormai celebre “pledge” che li impegna a non votare mai per un aumento delle tasse. L’anno scorso il partito ha riconquistato la Camera in parte grazie al Tea Party, in parte grazie alla riforma sanitaria di Obama etichettata come "socialista". Ora proseguono su questa strada ma, non avendo il controllo del Senato e neppure della Casa Bianca, potranno fare poco. E alle prossime elezioni non sarebbe una sorpresa se perdessero di nuovo anche il controllo della Camera.