Il Nord sfratta Prodi

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Il Nord sfratta Prodi

28 Maggio 2007

Verona come Palermo, se non
meglio. Un plebiscito a Reggio Calabria, una vittoria netta a Monza,
Alessandria e Gorizia e nelle province di Como, Varese e Vercelli, un buon
vantaggio anche al comune di Parma dove però sembra profilarsi il ballottaggio.

Quella che era una speranza
alla vigilia, e una sensazione nelle prime ore dopo la chiusura dei seggi, si
va facendo certezza. Se l’Unione tiene a Genova e strappa L’Aquila al
centrodestra, è ormai evidente che nella città dell’Arena – considerata ago della
bilancia e banco di prova per una Cdl in cerca di unità – il risultato ottenuto
due settimane fa nel capoluogo siciliano è stato raggiunto e addirittura
superato, con una percentuale per il leghista Flavio Tosi che al primo turno
rischia seriamente di sfondare abbondantemente il tetto dei 55 punti.

A Reggio Calabria l’uscente
Giuseppe Scopelliti è a un passo dal 70 per cento dei consensi, e percentuali
bulgare per la Cdl si profilano anche in diversi capoluoghi di provincia. Una
tendenza che, con l’avanzare delle operazioni di scrutinio e il consolidarsi
dei risultati, sta convincendo gli esponenti dei rispettivi schieramenti ad
uscire allo scoperto: chi per prepararsi a festeggiare, chi per prodursi in
poco credibili distinguo al fine di sminuire un risultato che appare sempre più
inequivocabile. “Esiste un problema al nord”, ammette il ministro Vannino
Chiti. Un “problema serio”, incalza il segretario di Rifondazione comunista
Franco Giordano. Un problema, aggiungiamo noi, che lungi dall’esser confinato nel
settentrione dilaga ormai anche nel centro Italia e nel Mezzogiorno del Paese.

Fabio Mussi è l’unico a
rilevare senza mezzi termini come anche il calo di partecipazione vada
interpretato come un campanello dall’allarme. Per l’Unione, naturalmente. Massimo
D’Alema, dal canto suo, aveva messo le mani avanti a tempo debito,
lasciando intendere, forse volontariamente o forse no, di sapere bene che la
sua coalizione avrebbe agguantato un ben magro bottino. Così è stato, e ora
nella sinistra si prepara la resa dei conti.

Dove l’Unione sembra
prevalere lo fa per pochi punti percentuali, mentre province e campanili in
quota Cdl fanno registrare autentici plebisciti. La conquista di Agrigento al
ballottaggio, dopo un primo turno che aveva visto il centrodestra trionfare in termini
di voti di lista, viene rivendicata dall’Udeur. Quanto a L’Aquila, che la
coalizione di governo sembra in procinto di “scippare” agli avversari, Prodi e
i suoi futuri compagni del Partito democratico hanno ben poco da festeggiare,
poiché il candidato vincitore è espressione della sinistra radicale. E la
sinistra radicale s’è affrettata a farlo notare.

Proveranno a consolarsi, e a
confondere le acque, con la vittoria al primo turno nel capoluogo ligure. Ma
anche in questo caso all’Unione dice male: nella “roccaforte rossa” il
vantaggio di Marta Vincenzi su Enrico Musso si affievolisce col passare delle
ore, e addirittura nelle elezioni provinciali si profila il ballottaggio. Anche
se, come ha fatto rilevare il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti,
quello che non fa comodo la coalizione di governo tende a “metterlo nel
dimenticatoio”. Non solo. A Genova la Cdl è in netta rimonta rispetto ai
risultati delle ultime elezioni. Se vale a Palermo, e la sinistra non ha fatto
che ripeterlo per due settimane, il ragionamento deve valere anche in Liguria.
E sommato ai risultati di Verona, Reggio Calabria e via discorrendo, è evidente
che il dato questa volta ha qualche significato in più.

Il “preavviso di sfratto” al
governo Prodi è sempre più un traguardo a portata di mano, e per Sandro Bondi
l’ulteriore lettura politica del risultato è la “prepotente conferma” della
leadership del Cavaliere. Sempre che il centrodestra non decida di farsi del
male e dar corpo a ciò che Francesco Cossiga ha soltanto lasciato intendere:
“Mamma mia quanto è dispiaciuto all’Udc di Pier Ferdinando Casini il successo
della Casa delle Libertà…”.