Il nuovo politically correct è quello di Grillo

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Il nuovo politically correct è quello di Grillo

18 Agosto 2013

Beppe Grillo scopre il politically correct. Scrive "il politically correct ha trasformato le nostre conversazioni in parole sintetiche. Di plastica. Le ha svirilizzate. Parlare come si pensa è diventato uno scandalo". Benvenuto nel club, noi lo ripetiamo da anni che il politicamente corretto stava trasformando la società occidentale in una gimkana lessicale dove chi sbaglia una parola la paga cara. "La morte," continua Grillo, "è un dolce trapasso". "I lavori umili e socialmente utili sono scomparsi. Lo spazzino è un operatore ecologico". Classici esempi che ormai non vale più neppure la pena definire politically correct. Poi però Grillo passa alla politica: "Berlusconi è uno statista, non un evasore fiscale. Non si diventa vecchi rincoglioniti, ma anziani saggi". E qui entriamo nel nuovo politicamente corretto. Quello che si è imposto in rete e nel web con il "grillismo", la "mascherata", come la chiama Beppe, dell’antipolitica. Nel nuovo politicamente corretto se non bestemmi almeno una volta al giorno contro la Casta, se non spernacchi questo e quello sui social network, se non vedi complotti multinazionali ovunque, sei uno sfigato, uno che ancora crede ai barbagianni della politica. Nel nuovo grillismo corretto o stai con Beppe, pensi e parli come lui, o sei fuori. Oggi la vera grande scorrettezza sarebbe usare la buona educazione.