“Il nuovo Senato preveda anche degli eletti, la proposta Renzi è sbilanciata sui sindaci”
07 Febbraio 2014
Per il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello il nuovo Senato proposto da Renzi non funziona: «Troppo sbilanciato sui sindaci e poi no ai nominati, bisogna continuare ad eleggere parte dei senatori». E sul governo l’esponente dell’Ncd di Alfano dice: «Noi siamo leali a Letta, se poi il Pd vuole che Renzi diventi premier lo dica apertamente, non abbiamo ostracismi personali».
Ministro, è d’accordo con la proposta di Renzi sul Senato?
«Concordo sui fondamenti di quella proposta ma ci sono anche punti che non mi convincono e ne ho parlato con il ministro Delrio in una proficua e cordiale conversazione. Sono aspetti su cui discutere in maniera laica, non si tratta di dogmi».
Ovvero?
«Sono d’accordo sul fatto che il Senato debba essere trasformato in una Camera delle autonomie e che non debba più dare la fiducia al governo e apprezzo l’impostazione per la quale diventi una Camera di raccordo tra autonomie e Stato e costi di meno».
Cosa non la convince?
«Ho presentato una proposta per abolire il Cnel, non vorrei che facessimo un altro ente inutile».
Si spieghi meglio.
«In primo luogo la proposta di Renzi è troppo sbilanciata sui sindaci: è giusto che siano rappresentati ma portarne a Roma 108 quando i presidenti delle regioni sono 21 mi sembra sbagliato. Trovo poi che il nuovo Senato dovrebbe essere il punto di raccordo tra la devoluzione verso l’Europa e quella verso le autonomie territoriali. Infine penso che dovrebbe svolgere anche un monitoraggio ex post su come funzionano le leggi».
La sua proposta naufragata con l’uscita di Forza Italia dal governo prevedeva che il Senato mantenesse una quota di eletti: continua a sostenere questa linea?
«Si, i nominati non mi convincono».
Ma si tratta di persone elette nei consigli comunali e regionali.
«Si legge anche 21 nominati nella "società civile" … In ogni caso a parità di risparmi e anzi con qualche risparmio in più evitiamo che il Senato diventi una sorta di dopo lavoro per chi ne ha già altri due o tre. Manteniamo una rappresentanza di sindaci e presidenti di Regione ma lasciamo che siano i cittadini a eleggere i senatori contestualmente ai consigli regionali e tagliamo il numero dei consiglieri regionali in misura corrispondente ai senatori eletti. Insomma, un sedere una sedia».
Auspica che Letta vada avanti o preferirebbe un governo Renzi?
«Auspico che vada avanti senza galleggiare, come ha detto lo stesso Letta. Perché ciò accada l’esecutivo deve avere il sostegno pieno e convinto del Pd. Su questo non transigiamo e vogliamo risposte chiare. Inoltre ricordo che il governo è nato in una situazione di emergenza per fare le riforme istituzionali e quelle economiche, se si crea un’asimmetria si rischia di vanificare tutto il nostro lavoro».
E a suo avviso qualè il modo più efficace di stare al passo?
«Non ci giriamo intorno: quel che serve è che tutto il Pd dia un sostegno convinto al governo».
Anche con un Renzi che diventa premier?
«Noi ci siamo assunti la responsabilità di un governo d’emergenza guidato da un esponente del Pd che ne era addirittura il vicesegretario. Continuiamo a sostenere il governo Letta con lealtà e anzi ci auguriamo che all’interno del suo partito vengano rimossi i freni che negli ultimi mesi ne hanno rallentato l’attività. Poi sappiamo benissimo che Renzi è il segretario del Pd e se il Pd decide che il premier debba essere lui non c’è nessun ostracismo personale. Ma deve essere il Pd a dirlo con chiarezza».
(Tratto da Repubblica)