Il pacchetto anti crisi punta a rilanciare consumi e occupazione

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Il pacchetto anti crisi punta a rilanciare consumi e occupazione

25 Novembre 2008

Blocco delle tariffe, carta prepagata per la spesa, bonus per figli a carico e pensionati, agevolazioni fiscali alle imprese e sblocco delle infrastrutture. Il governo ha illustrato ieri alle parti sociali le linee guida del pacchetto anti-crisi che ha l’obiettivo di rilanciare consumi e occupazione. Mancano però ancora i dati quantitativi e restano in sospeso diversi dettagli sulle misure studiate dall’esecutivo per fare fronte all’emergenza. Le risposte agli interrogativi arriveranno venerdì, quando il decreto sarà varato a Palazzo Chigi. «Stiamo ancora valutando i margini», ha detto Giulio Tremonti che ha voluto ancora una volta ribadire la sua preoccupazione per la tenuta dei conti pubblici. «È demenziale – ha aggiunto il ministro dell’Economia  – ipotizzare per l’Italia, che ha un debito così alto, un allentamento dei vincoli di finanza pubblica». Come dire: ogni intervento dovrà avere la sua adeguata copertura. Ma sul fronte delle risorse, i nodi da sciogliere si sono ancora più ingarbugliati a seguito della crisi finanziaria internazionale. E alcune scelte fatte con la manovra varata a giugno adesso rischiano di avere effetti perversi.

Pensiamo alla Robin Hood Tax, cioé la stretta fiscale su alcuni settori (banche, assicurazioni, energia) che nei mesi scorsi hanno realizzato extraprofitti grazie alla speculazione finanziaria e ai prezzi record del petrolio. Questa misura è ancora valida ora che le banche sono al centro della crisi e il petrolio è crollato intorno ai 50 euro al barile? Che senso ha mettere a punto interventi a garanzia degli istituti di credito in caso di crac e poi colpirli con una stangata fiscale che, secondo i dati della Banca d’Italia, si aggira sui 15 miliardi di euro in quattro anni? Resta il valore “etico”del provvedimento, ma bisogna stare attenti a non adottare misure in contraddizione tra di loro. Anche perché è sempre in agguato il rischio che le banche scarichino sui clienti i maggiori oneri tributari.

L’inasprimento fiscale previsto dalla Finanziaria 2009 riguarda l’allargamento della base imponibile Ires e Irap con l’aumento della quota di interessi passivi indeducibili. Una botta da 8,69 miliardi di cui poco più di un miliardo a carico delle assicurazioni. Bisogna poi aggiungere altri 7,44 miliardi che lo Stato può recuperare dalle maggiori imposte dovute dalle banche dopo la bocciatura della Commissione europea di alcuni regimi agevolativi. I tecnici di via Venti Settembre stanno lavorando a stretto contatto con l’Abi, l’associazione presieduta da Corrado Fissola, per cercare di attutire il colpo, ad esempio allungando i tempi di attuazione degli interventi. In campo anche l’ipotesi di coinvolgere nella stretta fiscale anche altri settori, come le compagnie telefoniche. Una cosa è certa: il governo non intende rinunciare agli introiti della Robin Tax. Questi soldi sono un punto fondamentale per la buona riuscita del pacchetto anti-crisi, perché servono a finanziare la social card che il governo metterà a disposizione delle famiglie bisognose.

Secondo quanto emerso dall’incontro di ieri, la carta prepagata sarà pronta già a dicembre e ognuno dei beneficiari avrà subito a disposizione un importo di 120 euro per i consumi di beni di prima necessità. Sarà retroattiva e dunque sulla tessera tipo bancomat, che Tremonti ieri ha fatto vedere ai rappresentanti delle parti sociali, verrà caricato il contributo di tre mesi. La carta prepagata per gli acquisti, infatti, sarà alimentata con 40 euro mensili. A beneficiarne saranno le famiglie con un reddito fino a 6.000 euro annui per ogni componente. È anche in corso una trattativa tra governo e categorie del commercio per firmare una convenzione che alle risorse messe dall’esecutivo aggiunga anche degli sconti ad hoc garantiti dai negozianti. Le associazioni avrebbero per ora garantito uno sconto del 5% sugli acquisti effettuati con la social card, ma il confronto non è finito e non è escluso che la percentuale possa variare. Il pacchetto prevede anche un contributo per pensionati e famiglie con figli a carico. Sarà aggiuntivo alla social card ma il governo non ha fornito ulteriori dettagli.

Tra le misure illustrate ieri alle parti sociali c’è anche il blocco delle tariffe amministrate, fra queste quelle autostradali e ferroviarie, oltre a quelle delle bollette di luce e gas, che scatterà dal prossimo anno. Il governo inoltre punta a un intervento di natura legislativa sui mutui che vada «oltre la convenzione» già siglata con l’Abi.

Per le imprese è stata annunciata la creazione di un osservatorio sul credito nelle prefetture per evitare che i flussi di finanziamenti da parte delle banche non diminuiscano e i tassi non aumentino.  In arrivo anche un taglio dell’acconto Ires di fine mese, la conferma della detassazione degli straordinari e dei premi di produttività, uno sconto di parte dell’Irap a valere sull’Ires, lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione, il versamento dell’Iva al momento dell’incasso, la creazione di un fondo nazionale per aiutare i Confidi. Il governo sta inoltre valutando l’ipotesi di rafforzare gli ammortizzatori sociali estendendo alcune tutele anche ai lavoratori precari con un eventuale utilizzo delle risorse del Fondo Sociale Europeo, mentre sul fronte delle infrastrutture saranno messi in campo interventi per velocizzare le procedure.

Il pacchetto di misure non è piaciuto al leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che ha definito «generica e insufficiente» l’esposizione delle misure anti-crisi e ha confermato lo sciopero generale del 12 dicembre. Più cauti gli altri sindacati convocati a Palazzo Chigi che hanno preferito non dare giudizi sul piano: «Prima vogliamo conoscere i numeri» hanno spiegato. Ma le cifre resteranno top secret ancora per un po’: domani l’Europa presenterà il piano anti crisi da 130 miliardi con le linee guida per l’azione dei governi nazionali. Soltanto allora Tremonti avrà davvero tutte le carte per fare i calcoli definitivi.