Il pacchetto sicurezza non mette al sicuro neppure il governo
30 Ottobre 2007
del Pd, è appena iniziata e già si vede la prima sofferenza. Il ddl sulla
sicurezza approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Cinque provvedimenti (nuove
misure per la sicurezza urbana, per la certezza della pena, per l’istituzione
della banca dati del Dna, per il contrasto alla criminalità organizzata e per
reintrodurre il falso in bilancio) e tre astensioni. Ed anche se tutta l’Unione
sta suonando la gran cassa mediatica per cercare di magnificare il disegno di
legge è evidente che quello che è stato approvato oggi è tutt’altro che un
provvedimento epocale.
In primo luogo perché per l’entrata in vigore se ne
parlerà forse a febbraio, anche se Rutelli ed Amato hanno precisato che se i
tempi dovressero allungarsi potrebbero decidersi a varare un decreto legge. In
effetti proprio la debolezza e le divisioni nella compagine governativa hanno
impedito di optare subito per un decreto legge. Troppo alto il rischio di
vedere il ddl cadere sotto il “fuoco amico” dei ministri. Una soluzione, quella
del decreto legge, che sarebbe stata molto più opportuna alla luce dell’urgenza
del tema. Ed invece se ne riparlerà dopo la sessione di bilancio e quindi
all’anno nuovo, quando il Parlamento avrà riaperto i battenti. L’ennesimo spot
di questo governo che ormai annuncia soltanto ma non decide mai.
Ma a stonare
rispetto ai trionfalismi di questi primi momenti, con Veltroni che addirittura
parla di “misure importanti, efficaci ed equilibrate%E2