Il Papa a Sydney, tra aborigeni e preti pedofili

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Il Papa a Sydney, tra aborigeni e preti pedofili

12 Luglio 2008

Comincia oggi il viaggio più lungo di Papa Benedetto XVI. Ventuno ore di aereo per raggiungere l’Australia, continente ‘giovane’, che ospita, per la prima volta nella storia, una Giornata Mondiale della Gioventù. Le aspettative sono alte: si parla di 500mila pellegrini attesi per la messa conclusiva di domenica 20 luglio. E aspettando Ratzinger la città di Sydney comincia a colorarsi di papaboys provenienti da 170 Paesi di tutto il mondo. L’Italia è il terzo Paese rappresentato: con 10mila giovani, è dietro solo agli australiani e agli statunitensi.

Una trasferta, quella che inizierà domenica, di sette giorni che si divideranno in due momenti: i primi tre saranno per il Papa momento di riposo in una tenuta a Richmond, a una quarantina di chilometri da Sydney. Intanto i giovani potranno prepararsi alla ‘Woodstock cattolica’, grazie alle catechesi, al Festival della Gioventù, alle mostre espositive. Dal 17 luglio, il Papa abbraccerà i suoi giovani: l’effetto B16 colpirà ancora. Vanno già a ruba t-shirt e cappellini con l’immagine e la scritta di Benedetto XVI.

Ma tra entusiasmo, attese e speranze, la visita del Papa in Australia ha anche delle zone di ombra. Come lo scandalo dei preti accusati di pedofilia, e le proteste messe in atto dalla ‘NotoPope Coalition’, associazione di gay e lesbiche contro la visita del Pontefice. Per non dimenticare lo scenario culturale, quello degli aborigeni, che si intreccia sullo sfondo.

Lo scandalo della pedofilia è tornato alla ribalta proprio in questi giorni con nuove accuse rivolte al cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney, accusato di aver coperto casi di abusi sessuali da parte di alcuni religiosi. Per questo l’associazione ‘Broken Rises’ ha organizzato una protesta contro la visita di Ratzinger: nei giorni della Gmg, i promotori del sit-in indosseranno una t-shirt con l’elenco dei nomi di 170 sacerdoti accusati di pedofilia.

Intanto il 19 luglio, proprio mentre i ‘papaboys’ staranno marciando verso l’Ippodromo di Randwick, per assistere alla veglia di preghiera con il Papa, scenderanno in strada gay, lesbiche e atei per distribuire preservativi gratis ai giovani. "Il Papa è omofobo. Sì ai condom": questo lo slogan che lanceranno nei giorni della grande kermesse cattolica.

Il Papa, dunque, non potrà non parlare, nei suoi discorsi, anche del dramma dei preti accusati di abusi sessuali, e della situazione degli aborigeni. Solamente qualche mese fa è stato il nuovo governo australiano a chiedere ‘scusa’ per la supremazia compiuta dai bianchi verso gli aborigeni. E Benedetto XVI non potrà soprassedere su questo.

Ma saranno i giovani i destinatari principali del mega-raduno. Ragazzi venuti da ogni angolo del mondo, non senza difficoltà. Non è infatti un viaggio tradizionale; è una visita tutta dedicata alla gioventù, australiana e del mondo. Uno straordinario happening di massa che, nonostante la distanza e i costi elevati per i giovani, raccoglierà – secondo le stime degli organizzatori – oltre 300mila giovani, per sfondare quota 500mila gli ultimi due giorni.

Il tema della Gmg in terra oceanica è: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e mi sarete testimoni". E proprio l’Australia venne definita dai primi esploratori ‘la grande terra del sud dello Spirito Santo’. Ratzinger arriverà al porto di Sydney (zona Barangaroo) a bordo di un suggestivo battello della ‘Captain Cook Cruises’, ‘scortato’ da 13 barche, versione nautica dl tradizionale corteo papale su terra; una cerimonia tipicamente indigena lo accoglierà; impartirà personalmente il sacramento della cresima a 24 persone provenienti da tutto il mondo (14 australiani e 10 provenienti da altre nazioni); incontrerà rappresentanti di altre confessioni cristiane e di altre religioni; ed ancora: Benedetto XVI visiterà il santuario della Beata australiana Mary MacKillop, considerata, in Australia, la santa dei poveri e degli analfabeti.