Il paradosso del Molise, tra richieste di annessione e rischio scomparsa

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Il paradosso del Molise, tra richieste di annessione e rischio scomparsa

23 Luglio 2012

Un paradosso tutto molisano. Mentre la regione, secondo quanto dicono i politici locali, rischia di scomparire sotto la scure dei tagli della spending review, al confine c’è la fila per chiedere l’annessione alla terra dei Sanniti, che per qualcuno rappresenta ancora quell’eldorado dove tutto è a portata di mano e soprattutto dove non ci si deve confrontare con realtà metropolitane importanti, che fanno la voce grossa rispetto alle piccole realtà e soprattutto alle zone interne. E’ il caso della Daunia, area a nord della Puglia. Quattordici comuni, tra cui Lucera, si stanno mobilitando per chiedere il “trasferimento” in Molise. Via da Vendola, via dalla Puglia, questo il grido di battaglia che proviene dalla provincia di Foggia. Politici, amministratori, associazioni e semplici cittadini ormai da diversi mesi stanno studiando il modo per chiedere l’annessione al Molise.

Una situazione degenerata all’indomani del ridimensionamento del servizio sanitario pubblico che hanno dovuto subire i comuni di Lucera, Biccari, Pietramontecorvino, Castelnuovo della Daunia, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Motta Montecorvino, Volturino, Alberona, Roseto Valfortore, Volturara Appula, San Marco la Catola, Celenza Valfortore e Carlantino. Un’area che comprende circa 60mila abitanti (quasi come tutta la provincia di Isernia) che vuole staccarsi dalla Puglia ed entrare a far parte del Molise.

E mentre ci si interroga sul percorso da intraprendere (al vaglio la richiesta di un referendum) già mercoledì ci sarà una vera e propria marcia sul Molise. Gli amministratori della Daunia si incontreranno sulla Statale 17 e con tanto di gonfaloni, a bordo delle loro auto, varcheranno il confine e consegneranno gli stemmi dei propri Comuni nelle mani del presidente della provincia di Campobasso, Rosario De Matteis. Un gesto simbolico ma che la dice lunga su quanto sta accadendo. Subito dopo ci sarà un confronto con le autorità regionali. I sindaci pugliesi hanno chiesto persino un incontro con il governatore Iorio.

Ma non c’è solo la Daunia. Anche l’Alto Sangro, ormai da tempo, chiede l’annessione al Molise. Castel di Sangro, Roccararaso, Rivisondoli e l’area che gravita attorno a Castiglion Messer Marino non disdegnerebbero un cambio di regione. Troppo lontane L’Aquila e Chieti. I cittadini di questi comuni hanno come punto di riferimento proprio la provincia di Isernia. Ed infine c’è la zona del Beneventano. Anche qui le associazioni premono per un ricongiungimento e la creazione di una nuova regione: il Sannio.

Ipotesi suggestive ma l’iter per realizzarle è lungo e complesso. Fino ad ora se n’è solo parlato ma nessuna richiesta ufficiale è arrivata a Roma. E il Molise resta a guardare, anche perché un’espansione dei propri confini, dal punto di vista politico aumenterebbe il peso specifico della regione. Incremento del numero dei parlamentari, maggiori finanziamenti: a questo, in termini pratici può portare l’annessione di altri comuni.

Tutto ciò avviene, paradossalmente, mentre in Molise si discute sulla sopravvivenza della regione stessa. Il grido d’allarme è stato lanciato da più di qualcuno. Ultimo, in ordine temporale, il presidente della Camera di Commercio di Isernia, Luigi Brasiello. “Dopo l’eliminazione della provincia di Isernia, ho saputo che a Roma si sta pensando di cancellare completamente la nostra regione”, questo quanto affermato dal presidente camerale in una delle sue ultime uscite pubbliche. Una riunificazione con l’Abruzzo, sarebbe questo il piano al vaglio del governo Monti. Tra nuove annessioni e ritorno al passato, la giovane regione porebbe essere giunta ad un punto di svolta della sua storia: espandersi o essere eliminata.