
Il paradosso delle chimere nell’era dei kamikaze

16 Settembre 2007
di Daniela Coli
La
notizia del permesso dell’Authority bioetica inglese alla produzione di ibridi
e della prossima generazione di embrioni in parte umani e in parte animali nei
laboratori di Londra, Newcastle, Edimburgo fa urlare i media italiani e anche
prevedere inquietanti Frankenstein alle prese con la creazione di androidi
utilizzabili per fini addirittura bellici. Non stupisce sia l’Inghilterra, la
patria della scienza sperimentale, a produrre esperimenti su embrioni umani e
animali: non solo perché nel Regno Unito
è avvenuta la prima clonazione ( la pecora Dolly), ma per la tradizione di
questo paese. E’ Bacone ad affermare che conoscere è potere ed è Bacone a
morire nel 1626 per avere preso un colpo di freddo mentre stava tentando di
congelare corpi nella neve. E’ l’appassionato di alchimia Newton il primo
presidente della Royal Society, uno dei grandi simboli del sapere inglese,
ancora oggi immortalato all’ingresso della British Library in Euston Road. E’
l’antisperimentalista Hobbes, che oltre a essere un grande teorico della
politica fu anche un grande filosofo della scienza, ad avere dichiarato nel De
Corpore che la verità non appartiene alle cose, ma ai discorsi sulle cose e
se ci sono delle verità eterne come uomo e animale, non è detto esistano in
eterno l’uomo e l’animale. E’ Hobbes ad avere posto accanto a Copernico e
Galileo William Harvey, lo scopritore della circolazione del sangue,
fondamentale per la biologia. William Harvey si era laureato in medicina
all’università di Padova, come molti sudditi britannici fino al 1680, e
soggiornò spesso a Roma all’English College dei gesuiti. Non necessariamente
religione e scienza si dividono: Cartesio si sottomise a Dio e l’agnostico
Hobbes distinse tra fede e scienza, fondando le leggi naturali sulla natura e
su Dio. Prima di gettare la scomunica
sulle verdi isole britanniche, vale la pena ricordare che l’alchimia, un
mélange di chimica, fisica, astrologia, arte, religione, misticismo, semiotica,
metallurgia, medicina e talvolta stregoneria, fu considerata una scienza fino
al ‘600, quando scomparve con la medicina e la chimica. Ad essa Isaac Newton
dedicò più tempo di quello riservato all’ottica e alla fisica. Nel ‘600, il
secolo della rivoluzione scientifica, non si parla d’altro che di automi e di
costruire creature artificiali imitando l’arte di Dio, sia che si parli di
politica, di meccanica, di ottica, di
canali d’irrigazione. Non