Il paradosso di Di Pietro, allineato in Molise e non allineato a Roma
02 Agosto 2012
di A.L.
Il periodo è di quelli delicati. L’Italia dei Valori si gioca gran parte del suo futuro politico sia a livello nazionale che regionale. A dare una brusca accelerata a quella che sarà la nuova mappa del centrosinistra in vista dei prossimi impegni elettorali c’hanno pensato il Partito Democratico e Sel. Bersani e Vendola hanno detto sì all’Udc di Casini e no (almeno per il momento) ad Antonio Di Pietro.
Il politico molisano e il suo schieramento sono stati letteralmente scaricati dagli ex alleati con l’accusa di eccessivo populismo. E così, il duo Bersani-Vendola ha tagliato via dalla foto di Vasto l’immagine di Di Pietro. Poco male, secondo quest’ultimo. “Noi stiamo con i non allineati”, ha dichiarato Tonino, che vuole puntare su una politica di rottura con il passato. Pronto ad andare da solo e guadagnare i consensi di quella sinistra a cui non convince la virata verso il Centro. E’ questa la strategia politica che vuole mettere in campo l’Italia dei Valori.
Una linea che, però, poco si sposa con quella adottata in Molise. E il giorno della rottura con gli altri due partiti del centrosinistra, proprio dalla terra di Di Pietro c’è chi ha voluto togliersi più di un sassolino dalla scarpa e ha parlato di “due pesi e due misure”. E’ stato il consigliere regionale Massimo Romano, leader del movimento civico Costruire Democrazia. Per lui, quella dell’Italia dei Valori è una politica fatta di incongruenze e paradossi. “Se a Roma Di Pietro sta con i non allineati – ha dichiarato in una conferenza stampa a Campobasso – in Molise è il primo degli allineati”, ricordando che l’Italia dei Valori, all’indomani della notizia dell’annullamento del Tar delle ultime elezioni Regionali, ha riconsegnato le chiavi del centrosinistra in mano a Frattura, espressione della società civile ma sempre più voce del Partito Democratico. “No a nuove primarie, sarà di nuovo lui il candidato presidente”, aveva annunciato Di Pietro lo scorso maggio. Da allora l’alleanza con Pd e Sel è stata ancora più forte, al punto che lo stesso coordinatore dell’Idv, Pierpaolo Nagni, ha sempre sottolineato la compattezza del centrosinistra, al contrario di quanto accadeva in passato. Unione che ormai a livello nazionale non esiste più. Motivo per cui l’Italia dei Valori si trova davanti ad un bivio.
Cosa fare, dunque, in Molise? Non è escluso che la rottura con Bersani e Vendola possa portare a nuovi scenari in vista dei prossimi impegni elettorali. Di Pietro lo sa: da solo è difficile che possa vincere, soprattutto dopo che il centrodestra in regione, a seguito di un breve periodo di smarrimento, ha ritrovato una certa unità d’intenti. La logica lo spingerebbe a lasciare tutto immutato e proseguire nella condivisione delle scelte con Leva (Pd) e Paglione (Sel). Al tempo stesso, però, l’apertura a Casini dei suoi compagni di viaggio potrebbe essere mal digerita da tanti elettori molisani che di alleanze fatte a tavolino per vincere le elezioni ne hanno le tasche piene. Anche perché in regione c’è un nuovo ostacolo alla leadership di Antonio Di Pietro. Si tratta di un “collega” dell’ex pubblico ministero. Nicola Magrone, ex procuratore di Larino ormai espressione di Costruire Democrazia, il movimento di Massimo Romano, lanciato in politica proprio da Tonino e ora pronto a fargli le scarpe.
L’Italia dei Valori, insomma, si trova tra due fochi. Mentre le scadenze elettorali incombono il quadro politico, in Molise, appare sempre più confuso. Ancora troppe le incognite in un centrosinistra che in una calda estate romana si è sciolto come un ghiacciolo al sole. Il riflesso di quanto accaduto nella Capitale potrebbe avere conseguenze nefaste anche in regione. Di Pietro osserva, pensa e cerca nuove soluzioni, ma la domanda che gli si presenta davanti è sempre la stessa: allineato o non allineato? Il tempo stringe e dalla sua decisione dipende il futuro dell’Idv e dell’intero centrosinistra molisano.