Il Pd cerca di dribblare la piazza ma inciampa nella rete di Di Pietro
18 Novembre 2009
Il Partito Democratico, alla prima prova dell’era Bersani, cerca di dribblare il richiamo della piazza. Ma come di consueto inciampa nelle polemiche e nella tela movimentista di Antonio Di Pietro. E’ un copione già visto quello che i protagonisti del partito di Via del Nazareno recitano, cercando di non portare troppo allo scoperto i malumori per l’ennesimo derby tutto giocato sull’antiberlusconismo con l’Italia dei Valori. Eppure lunedì la Direzione del Pd aveva individuato una linea largamente condivisa sul “No B-Day”: nessuna adesione ma nessuna scomunica a chi volesse parteciparvi, una volta verificate le “parole d’ordine” dell’iniziativa.
Con il passare delle ore, però, le punzecchiature di Antonio Di Pietro fanno ripiombare il Pd nel ciclone delle polemiche. Lo schema è quello già visto in altre occasioni simili. Il leader dell’Idv inizia a stuzzicare il partito (più o meno) alleato e lo invita a uscire dalle nebbie e uscire alla luce della piazza. “Toglietevi il cappello da primi della classe e partecipate alla manifestazione indetta dal popolo della rete, insieme con noi, poveri, umili oppositori di questo governo Berlusconi”. Il tutto condito da un roboante sillogismo: “Chi non sara’ con noi sarà alla stessa stregua del governo Berlusconi”. L’attacco provocato la reazione del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, inasprisce le posizioni e innesca un dibattito un po’ surreale sul pedigree antiberlusconiano dei vari attori in campo.
“Non accetto lezioni di antiberlusconismo da nessuno anche perché il più antiberlusconiano è chi riesce a mandarlo a casa non quello che urla di più”. Quindi ribadisce che a dicembre il Pd farà iniziative proprie sulla giustizia e sulle politiche del governo. “Il Pd ha una sua idea di come fare opposizione – sottolinea Bersani – e vuole accorciare le distanze con le altre forze di opposizione. Questo non si fa tirando per la giacca ma discutendo. Per quel che riguarda le manifestazioni, vogliamo capire la parola d’ordine. Ma noi non siamo in mezzo, abbiamo una nostra idea. Il Pd avrà una sua iniziativa, martedì (giorno della prossima Direzione, ndr) lo saprete”.
Il Pd quindi metterà in campo proprie iniziative come avevano sollecitato in Direzione Marina Sereni, Pippo Civati e altri. Giovanna Melandri, però, fa qualche distinguo. Per lei partecipare al “No B-Day” non sarebbe stato sbagliato anche perché “sono certa che molti elettori del Partito Democratico saranno in piazza il 5 dicembre, poiché condividono il giudizio assolutamente negativo nei confronti del disegno di legge Gasparri”. E la sua voce non è certo isolata, visto che i “mariniani” sono in larga parte schierati per la discesa in piazza. L’eterno dilemma tra massimalismo di piazza e riformismo del ragionamento e delle idee, insomma, è tutt’altro che risolto. E, come al solito, il Pd sconta all’esterno la sensazione di apparire sempre sotto schiaffo, condannato a ricevere le carte dall’Italia dei Valori e a seguire gli umori retrivi della base piuttosto che dettare una linea da partito maturo.
Una sensazione che si respira anche nei quotidiani di area, anch’essi divisi sul da farsi, con l’Unità che senza arrivare a sposare l’iniziativa, si interroga e apre il giornale con lo strillo “La piazza e la politica”, con il politologo Piero Ignazi che dice: "O il Pd ci mette il cappello sopra o dice “auguri”. Un grande partito non va in ordine sparso e non si accoda". Il quotidiano di quella che è stata la Margherita stronca, invece, la manifestazione di Di Pietro e Ferrero. "Siamo sempre lì", scrive ‘Europa’. "Sedici mesi e tre segretari dopo Piazza Navona, il Pd è ancora disorientato davanti a una manifestazione di Di Pietro. Non sono serviti gli scatti di orgoglio, i milioni delle primarie, le promesse di ritorno alla politica.
Siamo sempre al chi va, chi non va, Bersani che la butta in tribuna: ‘Verificheremo le parole d’ordine’. E che c’è da verificare, in un’iniziativa che si chiama No B-Day? L’8 luglio del 2008 era No Cav-Day e finì a insulti e denigrazioni per tutti, Papa e Capo dello Stato in testa. Stoccata finale: "Il Pci, che è tornato di moda, non si sarebbe mai domandato se aderire o no a un corteo dell’estrema sinistra. E se qualcuno dei suoi andava, non se ne discuteva certo nelle riunioni di direzione”. Una posizione chiara, insomma, che stride con la confusione, tornata improvvisamente a circolare dentro il Pd, alla prima vera scelta di campo.