Il Pd frana nei sondaggi e sceglie la linea del “tanto peggio tanto meglio”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il Pd frana nei sondaggi e sceglie la linea del “tanto peggio tanto meglio”

04 Marzo 2009

E’ un vero e proprio tonfo quello certificato dall’ultimo sondaggio realizzato da Ipr Marketing. Uno scivolone che porterebbe il Partito Democratico a passare dal 33,2% delle Politiche al 22%: un saldo negativo pari a undici punti percentuali, ovvero un terzo dei voti raccolti soltanto un anno fa. Una fotografia che non migliora neppure se si ipotizza un ritorno al passato con la scomposizione del Pd in Ds e Margherita. Il risultato, infatti, in questa eventualità sarebbe addirittura peggiore con il raggiungimento di quota 20%, con un 13% per i Ds un 7% della Margherita.

Di fronte allo “scenario Armageddon” che si profila quale risposta potrebbe mettere in campo il Pd? Le prime avvisaglie sono quelle di un ricorso alle proposte-spot, alla ricerca del consenso al di là di ogni attinenza con la realtà, con un’opposizione capace di promettere la luna senza curarsi neppure di ipotizzare la costruzione di una qualsiasi navicella con cui raggiungerla.

E’ il caso del reddito garantito per i disoccupati, una proposta che contraddice la stessa natura identitaria del Pd per come venne raccontata al Lingotto, ovvero una forza di stampo europeo, matura, responsabile e credibile. Un’idea che avrebbe potuto fare bella mostra nel programma dei Comunisti Italiani o di Rifondazione ma non nella vetrina programmatica di un partito con velleità di governo. Certo qualche voce più equilibrata ha tentato di uscire allo scoperto e così alcuni esercizi di realismo sono stati tentati da Enrico Letta, Nicola Rossi e Pietro Ichino, decisi nell’indicare nella riforma delle pensioni la chiave di volta per trovare nuove risorse e finanziare gli ammortizzatori sociali. Ma è chiaro che la fuga nell’utopia economica del segretario Franceschini e anche di Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema è risuonata con forza sui giornali offrendo l’immagine di un partito alla frenetica ricerca di una qualsiasi ancora di salvezza.

Ovviamente Franceschini sa bene che la sua proposta è impraticabile. Ma in questa fase bisogna fare legna senza farsi troppi scrupoli. Oltrettutto l’abbassamento dell’asticella degli obiettivi elettorali del Pd – se prima si ragionava su ipotesi del 35%, ora anche un 27-28% sarebbe vissuto quasi come un successo – gioca a favore del segretario pro-tempore che paradossalmente in questo suo mandato dalle aspettative ridottissime ha tutto da guadagnare. C’è chi ipotizza addirittura che la sua soglia di sopravvivenza sia ora quella del 25%. Sotto si va a casa, sopra ci si presenta al congresso e si gioca davvero la partita per la leadership.

In ogni caso, quel che è certo è che la campagna elettorale del Pd per le Europee con la proposta del reddito garantito è stata ufficialmente varata. La strategia è quella del “tanto peggio, tanto meglio”, ovvero si scommette su un aggravamento rapido della crisi economica in modo da avere un’arma per accusare il governo di sottovalutare i problemi o addirittura occultarli dietro un ottimismo di facciata.

“L’operazione di Berlusconi è di impedire che si senta la crisi, addirittura di negarne l’esistenza” ha dichiarato più volte Franceschini. Il messaggio è chiaro: di là c’è ottimismo e incoscienza, di qua consapevolezza e disponibilità alla spesa. Quindi non resta che attendere il cortocircuito del Paese cercando di far dimenticare che siamo di fronte a una situazione finanziaria globale che mette i brividi e che tutto il mondo sta pagando un conto salatissimo. Si tratta di una scommessa spericolata, di un gioco d’azzardo movimentista che punta a tamponare le falle e coinvolgere gli scontenti di sinistra, gli ex diessini delusi, i girotondini e che archivia definitivamente l’illusione della corsa al centro. E forse anche la speranza di un centrosinistra moderno ed europeo.