Il PdL alla conquista di Roma. Ultimi scampoli di campagna elettorale
25 Aprile 2008
Si chiude sotto la pioggia la campagna elettorale di Gianni Alemanno ed Alfredo Antoniozzi per il Comune e la Provincia di Roma. Pioggia che ormai sembra accompagnare il Pdl in queste elezioni e fare da cornice agli appuntamenti finali. Era accaduto il giovedì prima delle elezioni nazionali nel comizio conclusivo, e si è ripetuto ieri. E dando uno sguardo a come si è conclusa la competizione elettorale del 13 e 14 aprile c’è da sperare. Infatti è lo stesso Alemanno che dal palco allestito per l’occasione a piazza Navona fa il verso ad un famoso proverbio: “Piazza bagnata, piazza fortunata”. E di acqua ce ne è stata tanta ieri al punto che poco prima che iniziassero a parlare i big un vero e proprio nubifragio si era abbattuto sulla Capitale. Tempo inclemente che però non ha fermato la partecipazione della gente che ha comunque riempito la piazza e soprattutto i bar ed i negozi che si affacciano.
In attesa dell’intervento dei leader, è Maurizio Gasparri, riparato da un ombrello tricolore, ad intrattenere la folla. Un quanto mai inatteso presentatore che ha gestito sul palco i vari ospiti che si sono alternati. Due in particolare Jerry Calà ed Enrico Montesano, testimonial d’eccezione per il Pdl. E per Jerry Calà l’ex ministro delle Comunicazione ha parole di elogio presentandolo “come un parente di tutti noi che racconta il Paese con i suoi pregi e difetti”. A seguire Montesano che per un attimo dismette i panni del comico per vestire quelli del politico decidendo di attaccare frontalmente Walter Veltroni, colpevole a suo dire di aver “trasformato Roma in Disneyland, lui Walter Disney. E’ ora di cambiare pagina”.
Intanto la piazza si riempie e sempre più ombrelli si aprono dando l’impressione di un’immensa distesa multicolore. Tra questi si aggirano incuriositi anche molti turisti. In particolare gli americani cercano di farsi largo tra la folla e le bandiere per scorgere sul palco Berlusconi. Sotto il palco, invece, in prima fila, ad attendere l’arrivo del Cavaliere c’è colui che si definisce “il sosia di Berlusconi”. Vestito come lui il fan berlusconiano ripete fino alla noia “mi consenta”. Dopo gli ospiti è il turno dei politici ed il primo ad aprire gli interventi è Alfredo Antoniozzi che scalda subito i cuori dei suoi sostenitori per la verità un po’ infreddoliti dal tempo ben poco primaverile. “Roma si è svegliata – esordisce il candidato alla presidenza della Provincia di Roma – ed i romani vogliono cambiare. Stavolta il cuore e la passione stanno dalla nostra parte”. E rivolgendosi alla folla assiepata sotto il palco dice: “Qui è un’impressione meravigliosa, c’è un’attenzione enorme: un’onda grande che darà qualche delusione alla sinistra”. Spazio anche ai programmi ed agli obiettivi e subito salta in evidenza il problema casa: “Le precedenti amministrazioni non hanno affrontato la questione degli alloggi. Quelli che occupano le case sono stati sempre difesi dai sindaci di Roma. Prima hanno occupato le case, poi l’amministrazione gli ha fatto le sanatorie”. Da qui l’annuncio che “non consentiremo all’amico del centrosinistra, “Tarzan”, e ad Action di occupare le case costruite per i romani” e la prospettiva di una politica abitativa che consenta di “costruire case con prezzi accessibili”.
E’ il turno poi di Gianni Alemanno che parte subito a testa bassa contro Rutelli e Veltroni: “I nemici di Roma sono loro, che hanno portato questa città al degrado, ma se viene rilanciata e risanata, Roma non dà spazio a nessuno ed è insuperabile”. Un Alemanno che invita i suoi sostenitori a credere nella vittoria finale convinto che “siamo ad una battaglia aperta che si vince giorno dopo giorno” e che “questa città la possiamo cambiare davvero, mi fido di voi costruiremo una Roma diversa in cui possiamo essere padroni in casa nostra”. Ed i dati, secondo lui, gli danno conforto: “Abbiamo cominciato la nostra campagna ed eravamo al 30 per cento e giorno dopo giorno siamo risaliti dell’1 per cento. Questa pioggia è venuta a lavare Roma dalla coltre di affarismo e clientelismo che ha sommerso la città”. Sistema di potere che la sinistra non ha voluto rompere secondo Alemanno, decidendo di “tirare fuori il sindaco di una volta, il Riciccio Ciccio”.
Convinto di un successo storico del Pdl è anche Gianfranco Fini che annuncia che “ancora poche ore e per davvero riusciremo a cambiare pagina nella nostra città. Roma e provincia saranno finalmente liberate dalla pessima amministrazione della sinistra”. Vittoria in cui crede Fini anche perché sente che nel centro sinistra, “c’è la paura di perdere, di fare le valigie e tornare all’opposizione”. Non solo il presidente di An è sicuro che “Roma si accinge a dimostrare con i fatti di essere la capitale anche morale dell’Italia, una città che merita di essere amministrata in sintonia con i valori del Popolo della libertà”. E così chiama alla mobilitazione il Popolo della Libertà: “Occorre la massima mobilitazione, chiamate telefonicamente anche gli amici. E’ sufficiente che tornino alle urne le persone che hanno votato già. Questa volta l’astensionismo colpirà il centrosinistra”.
Alla fine tocca a Silvio Berlusconi mettere il suggello finale alla manifestazione. E come in altre occasioni la pioggia si ferma, al punto che lo stesso Fini poco prima si fa oracolo predicendo: “Scommettiamo che ora prende la parola Berlusconi e smette di piovere?” Ed infatti così accade. Allora il Cavaliere ripete un copione già utilizzato durante la recente campagna elettorale, adeguandolo però alla particolare realtà romana: “Capisco il vostro eroismo ma prima di tornare a casa dovete rispondere ad alcune domande facili. Volete voi ancora 80 baraccopoli lungo il Tevere? Volete strade piene di buche? Il racket del commercio abusivo in città e sempre più immondizia?”. E la folla pronta a replicare con tanti sonori “no”. Infine la stoccata a Rutelli: “Non è possibile far tornare al Governo di Roma il vice di Prodi, un ex sindaco riciclato sindaco e affidargli la nostra capitale dopo che ha messo in ginocchio l’Italia”. Così l’invito ai romani: “Veltroni l’abbiamo già spedito in Africa e speriamo che si trovi bene; a Rutelli invece dell’auto blu restituiamogli il motorino che gli piace tanto…”. Ancora tre giorni e poi si vedrà cosa avranno deciso i romani.