Il Pdl deve stare allo statuto delle imprese come la Lega sta federalismo
07 Marzo 2011
Pochi giorni fa ho avuto la possibilità di cenare insieme al professor Luca Antonini, presidente del COPAFF (Commissione per l’Attuazione del Federalismo Fiscale). Una persona che mi ha ispirato fiducia e alla quale, insieme ad alcuni miei amici, ho potuto fare domande di ogni genere sulla riforma che, volenti o nolenti, sta per cambiare l’assetto fiscale (e non solo) del nostro Paese.
Le sensazioni che ho avuto fin da subito sono molto simili, per ragioni diverse, a quelle che ebbi quando intervistai l’on. Vignali sullo statuto delle imprese. Riscontro infatti delle analogie tra lo statuto delle imprese e il federalismo.
Prima di tutto è evidente a tutti che in entrambi i casi si tratta di progetti che vanno a riformare sul serio lo stato attuale delle cose. Cambiamento, fatto di per sé già raro in un Paese come il nostro, dominato e bloccato da conformisti di ogni genere, la maggior parte dei quali travestiti da ribelli (per dirla alla Masini).
Secondo analogia: nonostante si tratti di riforme strutturali, è impressionante come chiunque possa comprendre benissimo la sostanza dei cambiamenti che esse introducono. Semplicità. Si tratta di cambiare i principi alla base dell’ordinamento in queste materie. Responsabilità invece di assistenzialismo, nel caso del federalismo.
Libertà e fiducia invece di controllo e diffidenza, nel caso dello statuto delle imprese. La terza e ultima analogia sta nell’importanza di queste riforme. Più le capisco e più ne sento la necessità. Sono riforme fondamentali in prospettiva di rilancio della competitività del nostro sistema Paese, che non può prescindere dal rilancio del Sud e delle nostre piccole e medie imprese che da sempre ci caratterizzano.
A questo punto però salta agli occhi una differenza. Il federalismo fiscale è in dirittura d’arrivo ed entro l’estate sarà probabilmente approvato in tutte le sue forme. Lo statuto delle imprese sembra non essere mai esistito e di approvarlo definitivamente manco a pensarci.
Questa differenza deriva dal fatto che il federalismo ha un partito trainante che lotta per la sua approvazione: la Lega. Lo statuto, nato con proposta di legge firmata bipartisan, no. Qui il PDL, per star dietro alla merda degli ultimi tempi tra Ruby e Fini vari, sta inesorabilmente fallendo. E confesso che un po’ mi dispiace.