Il Pdl è pronto a scendere in campo e inaugurare una nuova stagione a Bari

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Il Pdl è pronto a scendere in campo e inaugurare una nuova stagione a Bari

23 Marzo 2012

A volerlo rileggere in questi giorni, quel “Bari vai avanti!”, slogan che ha caratterizzato entrambe le campagne elettorali da candidato sindaco di Michele Emiliano, assumerebbe il greve sapore di una promessa non mantenuta. Questa sensazione, che pare oggi accomunare tanto i critici più aspri del primo cittadino, quanto alcuni dei suoi più ferventi sostenitori, è stata rimarcata paradossalmente anche dal messaggio che il segretario nazionale del PD Pierluigi Bersani ha inviato allo stesso Emiliano all’indomani della ribalta di questioni giudiziarie che più o meno indirettamente lo hanno tirato in ballo: quel “Togli i peli alle cozze e vai avanti!” assume infatti decisamente la forma non solo di un incoraggiamento a tornare a lavorare, ma anche di una velata presa di coscienza del fatto che Bari, se non è proprio tornata indietro di anni, ha quantomeno interrotto da mesi quel percorso di crescita culturale che dall’inizio degli anni ’90 le aveva permesso di diventare un punto nevralgico del Paese sia geograficamente, sia politicamente.

E alla luce di questa impasse le gatte da pelare (o le cozze da spelare, che dir si voglia) per il sindaco di Bari non si fermano agli aspetti giudiziari, all’inopportuna vicinanza alla famiglia Degennaro ed al commissariamento della Fondazione Petruzzelli, ma riguardano soprattutto il malcontento che l’amministrazione di centrosinistra ha generato in buona parte della cittadinanza: negli abitanti, ad esempio, di quella periferia barese che non è San Pio (la vecchia Enziteto, zona derelitta della città che, con molto clamore e poco più, Emiliano si affrettò a risollevare durante il suo primo mandato), che giornalmente fanno fronte a disagi indicibili per ciò che il capoluogo pugliese realmente rappresenta;  nelle nostre eccellenze, che, nonostante la famosa ed incauta promessa di 30 mila posti di lavoro, sono costrette ad abbandonare la propria terra per trovare impiego; nei ristoratori della città vecchia, che, obbligati da una delibera comunale a smantellare alcune strutture definite abusive, rischiano ora di chiudere le proprie attività a causa di una cospicua perdita di clientela.

In sostanza, ad accusare il colpo di questa ingiustificabile mancanza di progresso economico e sociale della città sono tutti quei baresi che con la propria passione ed il proprio patrimonio hanno realmente creduto possibile o semplicemente appoggiato ed assecondato il progetto di Emiliano e che oggi non solo non vedono ripagati i propri sforzi, ma rischiano addirittura di doverli pagare cari.

E’ indubbio che in un momento storico del genere il centrodestra barese abbia nei confronti del sindaco sceriffo il coltello dalla parte del manico: tuttavia, ha messo subito da parte l’idea di ergersi ad alternativa morale all’attuale amministrazione comunale, visto che uno dei principi su cui si fonda è proprio il garantismo, quello stesso principio che dovrebbe costituire, in realtà, non solo la teoria ma anche la prassi in situazioni simili a quella che sta vivendo il presidente pugliese del PD, al di là del colore politico di chi vi si trovi impelagato. Al di là di ciò, resta ferma la volontà del PdL di rappresentare una fresca novità politica per la città: una realtà fortificata dall’ottimo superamento della costruttiva fase congressuale che, legittimando le diverse posizioni interne al partito, pare averne consolidato la posizione nell’ambito della politica cittadina.

E così per Claudio Sgambati, consigliere circoscrizionale a Japigia e membro del coordinamento cittadino del partito, “Il Pdl bene ha fatto a condividere all’istante con la piazza le ultime vicissitudini che hanno coinvolto l’amministrazione comunale in carica, utilizzando il metodo della comunicazione, tanto caro al primo cittadino” quando con un video goliardico ha denunciato il sospetto di una parentopoli tutta interna alla Fondazione Petruzzelli, o quando durante l’ultimo consiglio comunale i consiglieri pidiellini hanno indossato una maglietta che invitava il sindaco a rassegnare le proprie dimissioni. “Ora però – continua Sgambati – occorre mettersi al lavoro per proporre alla città un progetto di governo alternativo ma serio, fatto di contenuti. Affrontare le tematiche sulle nuove povertà, sullo sviluppo economico e turistico, sulla sicurezza, è fondamentale per un partito che si candida legittimamente a governare la città”.

Per Francesco Paolo Perchinunno, presidente provinciale della Giovane Italia e a sua volta membro del coordinamento cittadino, “gli ultimi avvenimenti giudiziari che hanno coinvolto l’attuale amministrazione comunale impongono al PdL ed a tutto il centrodestra di costruire un’idea della città alternativa al sistema di potere che si è purtroppo consolidato in questi anni. E’ necessario affrontare con chiarezza e senza tentennamenti i tanti temi di attualità che sono stati di fatto in questi anni messi da parte: la collocazione degli uffici giudiziari, l’università, gli ospedali ed il porto turistico sono le priorità su cui costruire un programma di idee e di azioni su Bari città metropolitana".

Forse mai come in questo momento il capoluogo pugliese ha bisogno di andare davvero avanti, di dimostrarsi altro rispetto alla “Bari da bere” che negli ultimi mesi è stata disegnata dagli organi di informazione nazionale a causa della cronaca mondana e delle commistioni poco limpide tra poteri pubblici ed interessi privati. Il momento è propizio, le idee non mancano: se riuscirà a convincere gli elettori della bontà del proprio progetto politico, il PdL sarà pronto ad assumersi questa responsabilità e a dare il via ad una nuova stagione sia a Bari, sia in Puglia.