Il Pdl lancia l’offensiva sulla legalità e trova l’antidoto al virus del correntismo

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Il Pdl lancia l’offensiva sulla legalità e trova l’antidoto al virus del correntismo

05 Agosto 2010

Una risposta politica al tatticismo dei finiani il giorno dopo l’astensione del neonato gruppo parlamentare sulla mozione Caliendo, il ricompattamento della galassia delle fondazioni sul ruolo di elaborazione culturale dei think tank e la conferma che il correntismo deve restare fuori dalla porta del Pdl.

Muove da qui l’offensiva per la legalità e contro l’uso politico della giustizia che a fine settembre culminerà nel convegno organizzato dalle fondazioni e le associazioni che si richiamano all’area di Forza Italia, compresa Liberamente, l’associazione voluta dai ministri Frattini, Gelmini, Carfagna e Prestigiacomo che aveva mosso i primi passi strizzando l’occhio alla corrente di Fini su alcuni temi.

Certo, il divorzio del presidente della Camera dal Cav. , ha accelerato il ricompattamento della grande area berlusconiana nella quale è confluito il corpaccione degli ex aenne lealisti. L’iniziativa è stata presentata ieri a Roma dallo stato maggiore del partito, ministri in testa.

Ci sono tutte le fondazioni ex Fi: Foedus, Costruiamo il futuro, Free foundation, Magna Carta, Movimento per l’Italia, Riformismo e Libertà, Promotori della libertà, Fondazione Craxi, Liberamente, Noi riformatori, Nuova Forza Italia e Rete Italia) alle quali si aggiunge l’ultima nata. Si chiama “Cristoforo Colombo per le Libertà” e ne fanno parte, tra gli altri,  Claudio Scajola e Antonio Marino. All’appello hanno risposto anche Gasparri e La Russa con “Italia Protagonista” e il ‘Movimento per l’Italia’ di  Daniela Santanchè.

Un fatto che di per sé dimostra come  il “virus del correntismo sta già accomodandosi fuori dalle stanze del partito", osserva Gaetano Quagliariello. Nelle parole del vicepresidente dei senatori c’è il senso del convegno e, indirettamente, la risposta politica alle spinte legalitar-giustizialiste dei Granata e dei Bocchino (da Brancher a  Cosentino a Verdini): proporre una “sfida culturale sul tema della legalità, che fa parte dei principi indisponibili del nostro partito, che non può essere oggetto di tatticismi che vedono la nascita di nuovi raggruppamenti", ma "che deve essere coniugato con l’uso politico della giustizia che si è fatto nel nostro Paese".

Obiettivo, dice il Guardasigilli Alfano, è dare "un suggello culturale al grande impegno del governo" per scrivere "righe certe provenienti dal Pdl e dal grande fermento culturale che lo anima”. Il passaggio successivo del ragionamento pare un messaggio al presidente della Camera quando il ministro della Giustizia spiega che non esiste una gara tra legalità e garantismo: “Legalità non vuol dire che l’atto di un pm coincida con la verità e garantismo non significa impunità” perché sono due aspetti di “uj sistema costituzionale che si tengono in modo complementare. Questo è l’assetto scolpito nella Costituzione e questo governo ha messo in piedi il più grosso sistema normativo di contrasto alle mafie dai tempi di Falcone al ministero della Giustizia”.

Lo ricorda il presidente dei deputati Cicchitto citando la “lezione di Falcone che ha “alzato il livello dell’attacco alla mafia, ma avendo un uso dei pentiti veramente accorto ed attento. Lo ricorda il vicepresidente della Camera Lupi richiamando il monito di Pietro Nenni ai giovani socialisti, secondo il quale “a fare la gara a chi è più puro alla fine trovi sempre qualcuno più puro che ti epura”. Ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale, chiosa Quagliariello ma il convitato di pietra è lì e si chiama Gianfranco Fini.

Si tratta di dare “assoluta priorità” all’impegno per una giustizia giusta, è a sollecitazione del ministro Sacconi, perché, rilancia il ministro Brunetta “abbiamo la peggiore giustizia d’Europa” e occorre quindi ripartire da “organizzazione, efficienza e produttività”. Su questo la fondazione che presiede – Free – al convengno di settembre (il 28 al Tempio di Adriano) presenterà un dossier “sull’inefficienza e i costi della giustizia”.

“Stiamo dalla parte della legalità” gli fa eco il ministro Carfagna ma anche di chi “mai e poi mai utilizzerà il giustizialismo forcaiolo per eliminare gli avversari politici". Alla presentazione del convegno sono intervenuti anche i ministri Gelmini, Fitto, Michela Brambilla, il capogruppo del Pdl al Senato, Gasparri; il sottosegretario Stefania Craxi e i parlamentari, Paolo Russo, Mario Baccini, Giancarlo Lehner e Carlo Vizzini.

E se le fondazioni si confermano nel ruolo di ‘pensatoio’ a supporto del Pdl, il focus sul partito lo ha fatto il Cav., convocando a Palazzo Grazioli lo stato maggiore per mettere a punto la strategia d’autunno. Che muove da un concetto di fondo: se qualcuno vuole cuocere a fuoco lento il governo e la maggioranza, l’unica via sono le urne.

E se due giorni fa ha preallertato i parlamentari pidiellini invitandoli a prepararsi al voto, ieri ai suoi ha ribadito che di fronte a un’ipotesi del genere occorre rimettere mano al partito e organizzarlo al meglio, specialmente sul territorio.

Un mese, prima della ripresa dei lavori parlamentari, in cui il Cav, lavorerà per serrare le fila della maggioranza e preparare il Pdl a qualsiasi eventualità elezioni comprese. Di certo l’obiettivo del premier è portare avanti il programma di governo a partire dalle riforme, ma se ciò non fosse possibile si torna davanti agli elettori.

Anche per questo non c’è da perdere tempo. Intanto partirà la creazione di comitati elettorali sul modello tradizionale delle sezioni di partito che sperimentalmente in alcuni comuni medio-piccoli avranno il compito di informare i cittadini sull’attività del governo e se si andrà a elezioni anticipate di rappresentare un raccordo strategico per la campagna elettorale.

Il modello su cui si basa il progetto, spiega chi ci ha lavorato, prende spunto dalla campagna comunicativa messa in piedi dal presidente degli Stato Uniti Barack Obama. Al vertice col premier hanno preso parte, tra gli altri,  Mario Mantovani, senatore del Pdl e responsabile dei ‘difensori della libertà’, militanti del centrodestra che nelle precedenti elezioni avevano il compito di vigilare sulle operazioni di voto.

Rafforzare la presenza nel territorio è dunque una delle priorità e al tempo stesso la mission che in questo mese affida ai suoi. Armi affilate dunque in attesa di capire cosa faranno i finiani di Futuro e Libertà che, non escludono alcuni parlamentari pidiellini,  possano ripetere anche per altri provvedimenti, l’esperimento della mozione Caliendo insieme all’Udc e all’Api di Francesco Rutelli. E puntuale come ogni giorno arriva il “vaticinio” del pasdaran finiano Granata: a settembre “ne vedremo delle belle”,  preannunciando una strategia d’attacco sui provvedimenti per la giustizia.

Ma Bossi taglia corto: in caso di elezioni anticipate “con la Lega si vincono e con il Pdl spazzeremo via tutto”.