“Il Pdl pensi all’accesso al credito e alla sicurezza più che alla lettera di Pisanu”

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“Il Pdl pensi all’accesso al credito e alla sicurezza più che alla lettera di Pisanu”

24 Aprile 2012

Il Pdl godrà di uno stato di salute ‘accettabile’ se ricalibrerà la propria agenda politica su alcune irrinunciabili priorità: accesso al credito e sicurezza. Non usa giri di parole Alfredo Mantovano, ex sottosegretario all’Interno, nel mettere in fila le cose da fare per rilanciare il partito e preparare una nuova offerta politica. Non è interessato ai movimenti di Casini o alle lettere di Pisanu, piuttosto insiste sul sostegno a famiglie e imprese da parte del sistema bancario e lancia l’allarme sull’immobilismo dei Prof. nel delicato versante della lotta alla criminalità.

Hollande in vantaggio al primo turno. Quali saranno gli effetti in Italia di una probabile vittoria della gauche?

Aspettiamo il ballottaggio, solo Bersani grida ‘evviva’… Ricordo che nel ’95 Jospin vinse al primo turno ma al secondo fu Chirac a entrare all’Eliseo. Mi pare che la partita sia aperta e che né da una parte né dall’altra in questo momento si possa cantare vittoria con facilità.

Ma i francesi hanno penalizzato Sarkò per le scelte che ne hanno contraddistinto la legislatura oppure a franare è il progetto politico della destra?

Il vantaggio di Hollande si spiega alla luce di ciò che è accaduto in Europa in questi 4 anni: una crisi economico-finanziaria che inevitabilmente penalizza chi governa. Da questo punto di vista Sarkozy tiene se si pensa che fino a qualche settimana fa si preannunciava perfino una sua possibile esclusione dal ballottaggio.

Cos’è che non ha funzionato, il politico Sarkozy o il suo programma?

L’uno e l’altro. Nel 2007 ha lanciato una serie di parole-chiave che sitentizzavano il suo programma, una su tutte ‘ropture’, ma nessuno degli obiettivi in realtà è stato raggiunto, neanche la promessa di un rinnovamento della politica attraverso le persone che sembrava uno dei tratti più convincenti della sua esperienza. Sarkozy paga una serie di errori dipendenti anche dall’aver voluto a tutti i costi il ‘direttorio’ franco-tedesco che ha portato danni ad altri Stati europei – a cominiciare dall’Italia – e si è rivolto anche contro i due principali protagonisti.

In Italia anche nel centrodestra c’è chi ‘tifa’ Hollande perché ha promesso di rimettere in discussione il patto con la Merkel. Cosa ne pensa?

E’ come chiedere a un tifoso della Juve se gli piace più il Milan o l’Inter. Detto questo, comprendo il risentimento come italiani per ciò che il presidente francese ha fatto di negativo per il nostro paese, ricordo le questioni Libia e chiusura delle frontiere di fronte ai massicci sbarchi di immigrati a Lampedusa per non parlare dell’ostilità dimostrata sul fronte economico-finanziario nonostante i conti pubblici dei francesi non siano particolarmente floridi. Tuttavia, se dovesse vincere Hollande e applicare il programma, sarebbe un fatto disastroso che avrà conseguenze sull’intero sistema europeo.

Si spieghi meglio.

In un assetto così debole dell’Unione europea, immaginare una nazione come la Francia che fa ciò che Hollande ha promesso di attuare, sul fronte economico-finanziario provocherebbe un crollo dei mercati e ci sarebbero riflessi anche sulla sorte di tutti quei titoli ‘cattivi’ che circolano nel sistema bancario francese. I guai sarebbero per tutti, perfino per Bersani.

Bersani che alla ‘novità politica’ annunciata da Alfano risponde: “Il Pd è l’usato sicuro”.

Mi sembrano veramente battute in libertà. Credo che le priorità siano ben altre, anche per il Pdl.

Lei cosa sa della novità annunciata da Alfano?

Lo dovreste chiedere a lui. Ho fiducia nel segretario del mio partito e attendo esplicitazioni rispetto a questa idea.

Intanto come sta il Pdl? E quali sono secondo lei le priorità che dovrebbe mettere al centro della sua offerta politica?

Lo stato di salute del Pdl, come peraltro di tutti i partiti, è direttamente proporzionale alla capacità di affrontare ogni giorno questioni concrete e non perdersi dietro alchimie formulette, battute, raccolta di firme e via dicendo.

Dunque, le priorità?

Il problema numero uno è l’accesso al credito per famiglie e imprese. Il Pdl godrà di uno stato di salute accettabile se si renderà – come ha già iniziato a fare – promotore di iniziative serie e concrete per rendere l’accesso al credito meno chiuso, meno difficile.

E’ un problema grave, ma allo stato attuale cosa c’è di concreto?

Si tratta di tenere una posizione di impegnativo equilibrio evitando linee estreme. Da un lato non si può certo dire ‘ma, sono dinamiche del sistema bancario e non possiamo farci nulla’; dall’altro innestare una polemica demagogica scaricando la causa dei problemi sulle banche. Partendo dalla premessa che il sistema bancario vive una oggettiva difficoltà e che se nell’ultimo anno ha ricevuto in tre tranches 200 miliardi dalla Bce non si può immaginare che le metta tutti a disposizione di famiglie e imprese dal momento che pure le banche devono risanare i propri conti e acquistare titoli pubblici per contenere il debito pubblico, è altrettanto vero che una parte di queste risorse monetarie devono essere redistribuite per dare una mano a famiglie e imprenditori. E bisogna fare in modo che ciò avvenga.

Come?

Primo: stabilendo un tavolo di confronto permanente tra governo e banche, che non significa scontro o conflitto, bensì scambio di dati i e valutazioni per avere la situazione sotto controllo. Secondo: il sistema bancario fa scelte di un certo respiro a livello centrale, ma poi sul territorio queste scelte hanno ricadute in termini di irrigidimenti, chiusure, dinieghi che in più di un caso sono illogici e immotivati. Come Pdl , abbiamo presentato un emendamento al decreto sulle banche in discussione al Senato, che immagina di recuperare l’esperienza positiva del 2009-2010 degli Osservatori provinciali del credito.

Cosa sono?

Sono strutture collocate presso le prefetture con il compito, oltre a monitorare i flussi monetari e i finanziamenti al sistema produttivo e alle famiglie dal sistema bancario,  di esaminare se necessario singoli casi in cui il rifiuto del credito non è dettato da ragioni plausibili. Mi auguro che l’emendamento, al voto proprio oggi, passi perché può essere uno strumento di conforto per l’imprenditore che non riesce ad accedere al credito pur avendone i requisiti e magari è a un livello tale di disperazione che potrebbe fare gesti estremi come purtroppo la cronaca più recente ha evidenziato. Più che alla lettera del presidente Pisanu, con tutto il rispetto, il Pdl dovrebbe considerare questo tema prioritario. Insieme al capitolo sicurezza…

Lei è stato sottosegretario all’Interno del governo Berlusconi, parla di sicurezza con una certa preoccupazione, perché?

Anche se la cosa non emerge con particolare evidenza, avendo avuto una minuscola parte nella gestione precedente, rilevo che purtroppo iniziative avviate da noi sono ferme, con effetti che magari si vedranno più avanti.

Esempio?

Tutto quanto messo in atto dal governo precedente è stato frutto di una scelta politica innovativa. Mi spiego: oggi (ieri, ndr) c’è stato un importante sviluppo nell’indagini sul versante del terrorismo di matrice islamica ed è un filone che il sistema di sicurezza ha sempre mantenuto costantemente da oltre 10 anni, a prescindere dal colore dei governi. L’impegno sul fronte dell’anti-Gomorra con l’elaborazione del ‘ìmodello Caserta’ e relativi risultati conseguiti, è invece frutto dell’impegno di forze dell’ordine e magistratura ma anche di una scelta politica precisa. Nella precedente gestione, si andava a Caserta una volta al mese per verificare di cosa c’era bisogno e quali risultati raggiunti: il ministro Cancellieri a Caserta c’è andato una sola volta in tutti questi mesi.

 Sostiene che il governo non sta facendo granchè?

Sono abituato a ragionare sui fatti. Nel Gargano dove c’è la criminalità più efferata d’Italia (la più pericolosa resta invece l’ndrangheta), ciò che era stato predisposto per aggredirla e aveva dato risultati importanti è stato smantellato. C’erano progetti interessanti in corso sulla sicurezza in agricoltura ma non ci sono più. Oggi (ieri, ndr) il capo dello Stato ha fatto un’importante visita alla moschea di Roma, ma l’attuale governo ha chiuso il Comitato per l’Islam in Italia istituito presso il Viminale che stava dando un contributo significativo su tante questioni dedicate alla convivenza e all’integrazione.

Il suo è un vero e proprio j’accuse.

Dico che è un trend che ha superato i livelli di guardia e credo che per il Pdl debba rientrare nelle priorità dell’agenda politica, per non parlare del pesante incremento della criminalità da strada: furti, rapine, scippi anche per pochi spiccioli che sì costituiscono anche un riflesso della crisi, ma sono frutto anche di scelte infelici dell’attuale governo, come ad esempio il decreto svuota-carceri che ha generato un abbattimento degli arresti in flagranza per questo tipo di reati. Il Pdl deve riaprire questo dossier col governo.

Torniamo alla lettera di Pisanu e ai movimenti di Casini. Che sta succedendo?  

Bisognerebbe chiederlo a Pisanu e Casini.

Lei che idea si è fatto?

Credo che la questione vada allargata. Ritengo più produttivo parlare di questioni concrete piuttosto che di spostamenti di gruppetti di parlamentari da una parte all’altra. Mi pare che per tentare di comprendere questi movimento il vero punto sia domandarsi se il governo Monti magari con una formula che oltre ai tecnici preveda l’innesto di qualche politico, sia un’esperienza destinata a concludersi nell’aprile 2013 oppure se con alcuni aggiustamenti possa essere un’esperienza anche per il dopo, al di là del nome e del cognome del premier.

Qual è la sua opinione?

Mi interessa ragionare sull’assetto strutturale. Per fronteggiare la crisi economico-finanziaria lo scenario immaginabile è la legittima e auspicabile contrapposizione tra schieramenti o invece è auspicabile, magari anche dopo un confronto elettorale una ricomposizione che proietti l’esperienza montiana pur con alcuni aggiustamenti?

Risponda lei.

Non ho risposte, sto ponendo un interrogativo. Può darsi che tutte queste manovre in corso da parte di Casini e di qualcuno all’interno del Pdl oltre ad alcuni settori del Pd seguano in qualche misura tendano a prefigurare il secondo scenario. Quindi, chi ha responsabilità nei vari partiti è bene che si interroghi e si dia delle risposte. Mi pare che Casini vada in questa direzione, non so gli altri.

Come legge sul piano politico quanto sta accadendo nella Lega?

E’ l’ennesima conferma della ragionevolezza delle Sacre Scritture: ‘chi è senza peccato scagli la prima pietra’ e poiché da quella parte di pietre ne hanno tirate, adesso si ritrovano nella condizione per la quale se le tirano tra di loro.  

E sul finanziamento ai partiti cosa risponde?

E’ necessaria una riduzione dell’entità complessiva del finanziamento perché se addirittura ci si pone il problema di come investire il surplus a disposizione, significa che c’è comunque un surplus. Un partito non deve fare investimenti in Btp o comprare diamanti e immobili. Se il tetto complessivo fosse abbattuto del 50 per cento non credo che morirà nessuno. Accanto a questo si può aggiungere il capitolo della documentazione, un po’ come funziona per la dichiarazione dei redditi alla voce detrazioni. Terzo aspetto, ma dovrebbe essere il primo e si ricollega all’ipotesi di lavoro indicata da Alfano, è quello della contribuzione volontaria secondo le schema del 5 per mille ma con una formula diversa da quella con la quale i cittadini decidono di sostenere onlus e associazioni di volontariato. In quel caso sarebbe un meccanismo esclusivamente dedicato ai partiti. Infine sul fronte dei controlli, ritengo che non possa che essere quello della Corte dei Conti.

Nei palazzi della politica torna con una certa insistenza l’ipotesi del voto anticipato in autunno. Cosa c’è di vero?

Come ipotesi di partenza, credo che nessuna delle forze politiche desideri  anticipare il voto in ottobre perché sarebbe un passaggio al buio con un alto tasso di irresponsabilità nei confronti del paese. Un’ipotesi del genere, semmai, potrebbe essere l’effetto di una situazione che precipita e se precipita potrebbe essere per il gesto improvvido di qualche esponente del governo. In questo momento occorre tenere i nervi saldi ma più che le forze politiche che ciascuna per parte sua stanno sostenendo il governo dei tecnici, dovrebbero avere nervi saldi alcuni ministri che ogni tanto si producono in performance che francamente potrebbero risparmiarsi.