“Il Pdl sia responsabile”
19 Agosto 2011
Presidente Quagliariello, non passa giorno senza che parlamentari più o meno illustri del Pdl non propongano modifiche radicali alla manovra…
"Leggo. E osservo che così corriamo il rischio di apparire schizofrenici. Da una classe dirigente ci si aspetta senso di responsabilità, oltre alla capacità di farsi carico delle alleanze e delle intenzioni degli attori sociali".
Provo a tradurre?
«Provi pure».
Abolire tutte le province significherebbe rompere con la Lega.
«Esatto, sottoscrivo».
E insistere, come fa Brunetta, sulla riforma delle pensioni…
«…vorrebbe dire rompere non solo con la Lega ma anche con Cisl e Uil, che pure in questi anni hanno dimostrato un raro senso di responsabilità».
Dunque?
«Dunque, almeno in questa fase, mi pare inutile parlare di innalzamento dell’età pensionabile».
Martino denuncia l’impronta socialista della manovra e chiede misure strutturali.
«Questa manovra nasce dall’urgenza determinata dalla crisi finanziaria globale. Prima di tutto dev’essere efficiente, e l’Europa ci ha detto che lo è. Mi stupisce che la componente più liberale del Pdl non apprezzi quanto di strutturale è previsto».
Ossia?
«Almeno tre cose. La principale: la modifica al mercato del lavoro attraverso la contrattazione decentrata, che potrebbe rivelarsi una straordinaria leva per l’occupazione nel Meezzogiorno».
La seconda?
«Sono previsti tagli strutturali ai costi della politica».
Tagli in verità modestissimi.
«Forse, ma per la prima volta si va nella direzione giusta. Le assicuro che se, ad esempio sulle province, avessimo puntato più in alto, non è detto che poi avremmo avuto i numeri in parlamento».
Gli eletti delle province da abolire avrebbero disertato il voto?
«E’ un’ipotesi fondata».
Terzo punto?
«Nonostante il recente referendum sull’acqua, ci siamo assunti la responsabilità politica di incoraggiare la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Non è poco».
Si parla di salasso al ceto medio.
«E’ falso, parliamo dell’un per cento dei contribuenti, e fino ai 200mila euro il contributo di solidarietà è assai modesto».
Veniamo alle ipotesi di modifica. Sul nostro giornale Giuliano Cazzola ha stroncato il Tfr in busta paga. Pronto, sentito la domanda?
«Sì, beh… condivido decisamente le argomentazioni di Cazzola».
Niente Tfr dunque. E un nuovo scudo fiscale?
«Mai stato all’ordine del giorno».
Tasserete i capitali già scudati?
«L’ipotesi presenta rilevanti problemi tecnici. A giorni verranno chiariti».
Sostegno alle famiglie?
«Ecco, su questo punto sappiamo d’essere in debito. Un segnale in direzione della famiglia andrà dato e col contributo di tutti in commissione individueremo la strada migliore».
Molti invocano le privatizzazioni e chiedono che il Tesoro venda le azioni delle partecipate.
«Guardi, è difficile fare previsioni sull’andamento della crisi: credo sia saggio tenersi dei margini qualora la situazione peggiorasse. E poi una cosa è privatizzare, altra cosa è svendere il patrimonio pubblico sotto la spinta di interessi organizzati come già accaduto in passato».
(Tratto da QN)