Il piatto piange

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Il piatto piange

21 Luglio 2005

Caro presidente Berlusconi, nella partita per la leadership del centro destra che lei stesso ha
dichiarato aperta, tutti hanno messo le loro fiches, ora sta a lei giocare.

Ha davanti a sé ancora aperte tutte le opzioni. Può confermare la sua posizione
di leader della coalizione e con essa l’intenzione di tornare a candidarsi alle prossime elezioni.
In questa partita è forse la scelta più semplice: gli altri giocatori non hanno
ancora i suoi punti e chiamare il banco adesso le consentirebbe un sicuro incasso.

Può invece decidere di tenere la posta ancora in gioco e vedere se c’è chi
davvero ha il coraggio di sfidare il banco. Le condizioni perché questo accada ci sono, il
clima è quello giusto e qualcuno sembra già farsi avanti con delle carte credibili.
Magari non ce la farà ad arrivare sino alla fine ma un po’ di suspense è anche il
bello del gioco.

Può anche decidere di fare subito una puntata decisa su un altro dei giocatori e passare
il banco. Anche per questa scelta il gioco appare già maturo e lei sa bene che ci sono
offerte che, in questa partita, non si possono rifiutare.

Quello che è importante è che la partita si svolga secondo le regole, che il
tavolo sia bene illuminato, che intorno brusii e sussurri dei poveri di spirito non rovinino la
concentrazione.

E’ importante, soprattutto, che da parte sua vi sia la definitiva convinzione a condurre la
partita fino al termine, raggiungendo l’obiettivo della nuova casa comune del centro destra prima
delle prossime elezioni politiche.

In questo caso, noi saremo dalla sua parte. Qualunque carta decida, infine, di giocare. Ed
è questa «lealtà preventiva” che c’induce ad invitarla a fare la sua mossa senza
indugi. In questa partita infatti non basta solo dare le carte bisogna anche puntare. E il piatto
piange.