Il “post-it” a Rep. sulla piddina osé
29 Giugno 2011
di redazione
Una volta si sarebbe detto “il paese è piccolo, la gente mormora”. Oggi c’è il web e dal mormorio siamo passati alla delazione pubblica. Si potrebbe riassumere così la storia della segretaria di sezione del Pd di San Miniato, un comune in provincia di Pisa, autosospesasi (pare) dal partito dopo esser stata scoperta tra le protagoniste di un film porno non si sa quanto amatoriale.
La ragazza è una giovane laureata entrata in politica poco più che 20enne e già segretaria del circolo locale dei piddini. Il titolo della pellicola, ironia della sorte, è un premonitorio: “È venuto a saperlo mia madre”. Se fosse andata così forse sarebbe stato meglio, perché quando la notizia è arrivata alle orecchie dei vertici locali del Pd è successo un finimondo. Dalle prime indiscrezioni sembrava che i dirigenti locali del partito volessero sospendere la donna, poi è arrivata la precisazione, "non è vero che ci sia stata una sospensione, la ragazza risulta ancora regolarmente iscritta ai Democratici".
Se da una parte, quindi, possiamo rallegrarci perché per una volta il moralismo di sinistra si è diradato (sempre che le cose siano andate effettivamente così), dall’altra torniamo al punto di partenza. Come dire, vorremmo mettere in guardia la sinistra da un altro avversario, anch’esso legato alla mania che ormai si è diffusa in Italia di far coincidere il pubblico con il privato. Chi ha diffuso in Rete la notizia che la ragazza era anche la protagonista delle scene osè? Un avversario politico? Un compagno di partito invidioso? Purtroppo non è dato saperlo.
Sappiamo solo che la privacy è finita per l’ennesima volta nella spazzatura, grazie alla premurosa neutralità di Facebook (è in questo luogo di magica democrazia incantata che la donna è stata scoperta e processata). Questa notizia forse meriterebbe un post-it sdegnato tra i nuovi messaggi indirizzati a Repubblica. Forse mettere un po’ di bavaglio ai delatori anonimi servirebbe.