Il pozzo della sanità tra l’Abruzzo virtuoso e la Puglia indolente
13 Luglio 2012
di Maria Pirro
L’Abruzzo è tra le cinque regioni con il bilancio della sanità in attivo nel 2011: l’utile ha sfiorato i 5 milioni a fronte di una spesa di 2,3 miliardi. L’avanzo di bilancio arriva a 61 milioni considerando il gettito fiscale e i finanziamenti statali. Nel triennio il debito totale si è ridotto del 44 per cento e ora è di 1,4 miliardi. "Nel 2013 potrò abbassare le tasse" dice il governatore Gianni Chiodi. Il piano di rientro dal disavanzo risale al 6 marzo 2007. "L’inversione di rotta è avvenuta anche eliminando sprechi e privilegi. Un esempio? C’erano più primari che in Emilia: sono passati da 284 a 197". Tagliati 818 posti letto, laboratori raggruppati in consorzi, riconvertite sei strutture, fra cui l’ospedale di Gissi. Nel paese di Remo Gaspari si contavano 2,6 ricoveri al giorno e 166 dipendenti. E l’Abruzzo aveva il record di spesa (inappropriata) nella riabilitazione psichiatrica. Con gli acquisti centralizzati sono previsti risparmi per altri 65 milioni nel triennio. La sfida è anche ridurre le migrazioni sanitarie, costate l’anno scorso 67 milioni. Da riorganizzare la rete dell’emergenza. Nel 2011 l’attivo del settore sanità ha sfiorato i 61 milioni ma "dovrebbe diventare di 74,4 secondo i dati del ministero dell’Economia", afferma il govrnatore Gianni Chiodi.
In Puglia la riorganizzazione è in corso, secondo il piano di rientro dal disavanzo siglato il 29 novembre 2010. Tagliati 1.411 posti letto e quest’anno altri 800: riconversione avviata in 19 strutture, per altre due entro l’anno. E nella lista dei presidi da chiudere con la spending review è spuntato l’ospedale di Terlizzi, il paese del governatore Nichi Vendola. "Elenco che ormai non vale più, poiché non c’è più la soglia degli 80 posti letto", chiarisce l’assessore Ettore Attolini. Qual è il debito della sanità? 2,2 miliardi avanzano i fornitori, senza rischi di insolvenza. La Puglia, che ha una spesa annuale di 7,1 miliardi, è in piano di rientro per aver sforato il patto di stabilità, non per deficit sanitario. Da attivare l’Osservatorio prezzi, all’esame la rete d’emergenza e quelle asistenziali. Con la riorganizzazione e i ticket, la spesa farmaceutica è scesa di 100 milioni nel 2011, quella per il personale di 83, ma le cure fuori regione sono costate 173 milioni. La Puglia ha chiuso il bilancio della sanità con un disavanzo di 120, 4 milioni nel 2011. "Deficit ridotto di almeno 220 milioni in un anno", dice l’assessore alla Salute, Ettore Attolini.
tratto da Panorama