Il premier si tenga lontano dalle orchestre e dagli orchestrali
10 Settembre 2010
di Dolasilla
Non vedo la possibilità di dare consigli al presidente Berlusconi. Per due ragioni semplici: non so che cosa abbia in testa di fare da qui alla fine dell’anno; ignoro cos’abbia in animo di fare da qui ai prossimi anni.
Non c’è ironia in queste considerazioni. Berlusconi è un solista. Le orchestre non si addicono alla sua indole. Si tenga lontano dalle orchestre e dagli orchestrali.
Berlusconi può inventarsi qualunque cosa per andare avanti con il governo. La maggioranza che si ritroverà in Parlamento non sarà mai tale da consentirgli di fare quello che milioni di italiani si attendono che lui faccia, da sedici anni: la riforma della Costituzione, un sistema bipartitico, le liberalizzazioni.
Berlusconi può tirare a campare ma mai farà la riforma presidenzialista. Ci vuole troppo coraggio e un amore per il rischio, personale, fisico e mentale che forse il premier non ha più. In omaggio ai parrucconi contro i quali ha combattuto, Berlusconi lascerà intatto quell’autentico obbrobbrio che è l’articolo 1 della Costituzione che fonda la Repubblica, unico caso al mondo, sul lavoro anziché sulla libertà o la giustizia o la felicità.
In conclusione, posso augurarmi che il Cavaliere vada avanti finché crede di poterlo fare. Si fermi e si appelli al popolo per una ragione, una sola: cambiare la Costituzione. Ma senza maggioranze condivise o consimili corbellerie: nessun Paese ha mai fatto rivoluzioni o riformato Costituzioni con maggioranze ampie.
L’unica riforma costituzionale in 60 anni di vita repubblicana, bella o brutta che sia, l’ha fatta il centrosinistra, nel 2001, con una maggioranza risicata. Altre vie non esistono.