“Il Presidente Bush non ha paura e lascerà una grande eredità”

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“Il Presidente Bush non ha paura e lascerà una grande eredità”

“Il Presidente Bush non ha paura e lascerà una grande eredità”

14 Luglio 2007

intervista a Michael Novak di Bernd Bergmann

Il Presidente Bush ha ancora 18 mesi alla Casa Bianca, ma
alcuni commentatori lo vogliono già seppellire. Con la crisi in Iraq e l’ostacolo
di dover far  passare leggi importanti,
come quella sull’immigrazione, la presidenza Bush si trova certamente ad un
passaggio difficile della sua storia. Ma in realtà il presidente non sembra
essere travolto dalla situazione. Michael Novak, teologo e filosofo  di spicco all’American Enterprise Institute e
consigliere privato del Presidente, spiega come George W. Bush riesce ad
affrontare le difficoltà del suo secondo mandato e che cosa gli dà la forza di
continuare il suo lavoro in modo sereno e determinato.

Molta gente si chiede
come il Presidente riesce ad affrontare tutte le critiche che vengono fatte
contro di lui. Che impressione dà Bush come persona privata in questa
situazione?

In privato, è molto allegro, sereno e fiducioso. Sente che
sta facendo del suo meglio per fare la cosa giusta. Gli piace dire che pregando
mette la sua coscienza davanti a Dio, e così ce la mette tutta per prendere le
decisioni giuste sulle vicende più difficili. Non “riceve messaggi speciali da
Dio”, ma cerca di essere sicuro di fare tutto il possibile per vedere le cose
in modo chiaro ed esatto, indipendentemente da quello che dicono i suoi
oppositori. Veramente, tutti quelli che lo vedono rimangono stupiti della sua
pacatezza e del suo buonumore.

Ma che cosa gli dà la
forza di rimanere calmo e concentrato malgrado tutte le difficoltà?

Dice che quello che gli dà forza è il tempo che riserva alla
preghiera. Regolarmente si dedica  alla
lettura di qualche brano della bibbia e mette la sua coscienza di fronte a Dio.
Sa che è solo un povero peccatore e non si aspetta rivelazioni speciali. Cerca
di mantenere una coscienza chiara, e poi non “ha paura dal male”.

Lei conosce il
presidente da diversi anni. Ha l’impressione che i suoi valori o la sua visione
del mondo siano cambiati in qualche modo durante il suo tempo alla Casa Bianca?

Non mi pare affatto. Non c’è nessun segno che questo sia
accaduto. Tuttavia sarebbe normale e naturale per un presidente imparare molto
di più su quanto sia perversa e inaffidabile la natura umana rispetto al tempo precedente
al suo insediamento. Del resto, si trova anche di fronte ad esempi di eroismo e
di bontà che lo ispirano ogni giorno. L’opposizione politica è più bugiarda e
meno scrupolosa  di quanto ci si aspetterebbe
… per capire quali  livelli può giungere
un presidente deve solo provarlo con mano.

Come è cambiata
l’America durante la presidenza di Bush?

L’aspetto più bello che contraddistingue gli Stati Uniti è che
pur cambiando in continuazione, e imparando sempre dalla sua esperienza, il
carattere fondamentale del popolo americano rimane costante. Quanto stanno
facendo oggi i nostri soldati che si battono nei paesi di guerra è inestimabile
– e, comunque, non è molto diverso da quello che fecero i nostri antenati nel
1776. Sono veramente grandi uomini e grandi donne. Anche i giornalisti più distaccati,
e coinvolti con loro nella battaglia, non possono che ammirarli.

Quale pensa che sarà
l’eredità più importante di questo presidente? E come lo giudicheranno le
generazioni future?

L’eredità più importante sarà il suo straordinario coraggio
morale. Quando vede quello che è giusto fare, non ha paura. Di solito è una
persona abbastanza prudente e bilanciata, ma ha realmente un gran fegato. Le
sue nomine alla Corte Suprema hanno reso la Corte più fedele ai principi della
Costituzione rispetto a varie generazioni precedenti. (Molti giudici progressisti
trattano la Costituzione come un suggerimento, e utilizzano la loro etica
politica come bussola). La politica economica del Presidente ci ha permesso di
uscire dalla crisi terribile causata l’11 settembre 2001 e ci ha guidato verso
anni di alto impiego (il più alto di tutti i tempi), bassa inflazione e
un’attività economica molto forte. Ma soprattutto, credo che le generazioni future
riconosceranno Bush come il principale leader occidentale – non da solo, ma
come leader degli alleati – che ha dato ascolto al grido di una maggioranza di
musulmani che chiede un governo che riconosca loro la libertà, la dignità, e
l’uguaglianza di fronte alla legge. Attraverso la ricerca della “rinascita
della libertà” fra i milioni di musulmani di questo pianeta, Bush ha seguito le
orme del Presidente Abraham Lincoln. Nei nostri giorni, nessuno ha visto più chiaramente
di Bush la necessità di appoggiare una alternativa all’odio, alla distruzione e
al terrore che attrae giovani la cui dignità non è stata rispettata. Bush crede
che l’alternativa in politica sia la democrazia , e un’economia libera e innovativa.
La speranza, la crescita e l’opportunità sono le sue alternative a Bin Laden.

In Europa, si è
sentito parlare dei neocon, dei teocon e del conservatorismo compassionevole.
Secondo Lei, quale è la vera natura del conservatorismo americano?

Il conservatorismo americano in Europa è pura fantasia. E’
come una novella sui marziani. Una larga maggioranza degli americani è
conservatrice su diverse vicende, e la popolazione diventa più conservatrice
ogni anno. Questo accade perché la maggior parte dei programmi dei “progressisti”
è stata provata e non ha funzionato. Molti di sinistra non si chiamano più neanche
di sinistra oggi. In America, i “liberal” [il termine “liberale” negli Stati
Uniti corrisponde più o meno a social-democratico in Europa] raramente si
chiamano in questo modo. La maggior parte della sinistra cerca di apparire più
religiosa, più tradizionale e più conservatrice sulla politica fiscale. E’
possibile che un democratico vincerà le presidenziali del 2008. Sarebbe normale
dopo otto anni di governo repubblicano. Ma se sarà così, accadrà solo perché
finge di essere più conservatore di quanto è in realtà.