Il presidente della Repubblica dei (stra)Fatti Quotidiani
27 Marzo 2012
Qualche giorno fa Giorgio Napolitano, aveva dichiarato: “Sono una persona molto in avanti negli anni. È necessario passar la mano, è necessario che si facciano avanti altri. Quindi, dopo il maggio 2013 ci potremo vedere di nuovo, quando vorrete, ma sarà da privato cittadino”. Dunque la partita per la presidenza della Repubblica è ufficialmente aperta. L’annuncio ha, ovviamente, fatto partire surreali quanto assurde toto-nomine.
Ma la palma per le proposte più ridicole la detengono senz’altro i lettori del Fatto Quotidiano che due-tre giorni fa, dando la notizia della non ricandidatura dell’attuale presidente della Repubblica, aveva lanciato il sondaggio: “Chi vorreste dopo Napolitano?” . “In meno di 48 ore sono fioccati 2mila commenti, a dimostrazione che il post-Napolitano è un tema sentito, comunque la si pensi” – si vanta oggi il quotidiano. Sì comunque la si pensi, certo, ma insieme a quei 2mila messaggi sono fioccati nomi che a sentirli ci si incrociano gli occhi. Vedere per credere.
Tra candidati presentati che hanno una parvenza di ‘normalità’ – Rosy Bindi, Emma Bonino e Romano Prodi – spuntano ‘mostri’ (anche a due teste) come Dario Fo-Franca Rame. O come i magistrati-simbolo Gian Carlo Caselli, Gherardo Colombo (mentre qualcuno si spinge addirittura a rilanciare “E perché non Borsellino?”). E ancora, l’idolo della sinistra più rossa, Gino Strada o il profeta della risata vestito da Dante Alighieri Roberto Benigni. Anche se tra tutti spicca per fantasia (per non dire follia) Paolo Flores d’Arcais, che si associa al gruppo nutrito di visionari commentatori e propone non uno ma due candidati alla presidenza della Repubblica, un uomo e una donna: nientepodimenoché Andrea Camilleri e Margherita Hack. Con loro, assicura il filosofo, “l’art.1 della Costituzione sarebbe preso sul serio e dunque sarebbe difeso l’art.18 dello Statuto dei lavoratori”.
Per carità, tutto il rispetto per questi personaggi. E per carità, è anche comprensibile che sia paura diffusa vedere spuntare fuori un nome che affondi le sue radici nella politica o che risuoni vagamente ‘tecnicheggiante’. Ma ci pare che la lista di papabili presidenti che viene fuori dal domandone posto da Padellaro & co. rasenti letteralmente l’assurdo. E che questo non possa che essere il frutto dell’idea di Repubblica dei “Fatti” con qualcuno anche… strafatto.