Il presidente Lula pensa già al G20
05 Luglio 2009
Il fronte dei Paesi in via di sviluppo ha trovato il suo vero alfiere al vertice dell’Aquila. Il presidente brasiliano Lula. Oggi sarà a Parigi per un incontro con Sarkozy, ma nei giorni scorsi Lula ha alzato i toni dicendo che il G8 è una formula che ha fatto il suo tempo, la crisi internazionale per essere affrontata adeguatamente ha bisogno di altre geometrie e il G20 è quella più adatta.
Il Brasile si propone come il capofila del BRIC – Brasile, Russia, India, Cina, quattro Paesi che da soli rappresentano il 15 per cento del Pil mondiale e il 40 per cento della popolazione della Terra. Lula è anche il perno di un’altra discussione centrale dell’agenda del G8. L’Iran. Il presidente brasiliano è stato uno dei primi a riconoscere la vittoria di Ahmadinejad e potrebbe anche essere il tramite con Teheran, fino a quando reggerà la politica della mano tesa di Washington. Il viaggio di Lula a Parigi è importante perché il governo francese è stato tra i più duri nel condannare la repressione di Ahmadinejad contro l’Onda Verde.
Sull’Iran al G8 emergeranno probabilmente due posizioni: quella di chi spinge per irrigidire le sanzioni contro Teheran se il pugno di ferro del regime continuasse (Francia, Gran Bretagna, Germania) e chi invece è disposto a concedere ancora una chance all’Iran, nella speranza di rafforzare il fronte moderato iraniano (Obama), o per questioni ed interessi strategici (Russia e Cina). Berlusconi nei giorni scorsi era partito alla carica ventilando nuove sanzioni ma Frattini ha frenato dopo le cautele espresse da Washington.
Anche i vertici del Cremlino sono “seriamente preoccupati” da un’eventuale opzione di forza contro l’Iran e ripetono che le elezioni sono state e continuano ad essere “un affare interno iraniano”. Il peso che Mosca può gettare sul tavolo del G8, per esempio nei termini della sicurezza energetica e collaborazione con gli organismi economici internazionali per fronteggiare la crisi, almeno per il momento, sembra mettere al riparo l’Iran da eventuali ritorsioni.
Di altro avviso la coppia Brown e Sarkozy. La Gran Bretagna viene accusata esplicitamente da Teheran di aver complottato per alimentare i disordini nelle piazze (da qui l’arresto del personale diplomatico britannico), mentre Sarkò attacca frontalmente Ahmadinejad dicendo che si è infilato in “un vicolo cieco”.
Ieri l’Eliseo ha parlato di una “intesa perfetta” con la cancelleria laburista, soprattutto sui temi economici. Brown ha detto che la crisi è a un punto di svolta fissando 5 punti che avanzerà al G8 italiano. Nel documento si confronta la crescita del prezzo del petrolio negli ultimi mesi (+75 per cento) rispetto all’andamento degli scambi commerciali nell’ultimo anno (-10 per cento). Secondo il premier inglese occorre spingere le banche a riaprire i crediti, calmierare il prezzo del greggio, combattere le politiche protezioniste e favorire l’occupazione dei giovani.