Il primo scoglio dello Iorio-ter: la Finanziaria regionale

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il primo scoglio dello Iorio-ter: la Finanziaria regionale

03 Gennaio 2012

Archiviato il 2011, già nei primi giorni di questo nuovo anno l’amministrazione regionale è alle prese con un grosso scoglio: la Finanziaria regionale. La prima, difficilissima, sfida che attende Michele Iorio, da pochi mesi riconfermato per la terza volta alla guida di Palazzo Moffa. E se la Finanziaria rappresenta sicuramente il piatto forte del menù regionale, per il ruolo cruciale che riveste, rischia però di rimanere a molti indigesta. Il problema è semplice: quando c’è da far quadrare il bilancio i malumori fioccano. Cercare di farlo in un tempo in cui la crisi morde, diventa un’operazione effettivamente molto delicata. Così la collaborazione tra Giunta regionale e Consiglio, negli ultimi giorni, è diventata fitta: l’intenzione è quella di dialogare e trovare un accordo in tempi rapidi per raggiungere l’obiettivo di vedere approvata la Manovra entro la metà di gennaio. C’è fretta, per diversi motivi.

Innanzitutto è necessario dare una dimostrazione di volontà politica nell’incidere sui costi pubblici, argomento centrale del programma di governo dello Iorio-ter. Poi serve dare una “giustificazione” normativa alle uscite, visto che in questo periodo quello che viene richiesto obbligatoriamente alle amministrazioni pubbliche è di non sprecare nemmeno un centesimo delle risorse a disposizione. Infine, bisogna superare in fretta questo scoglio e avviare quelle riforme che – dopo il voto – sono state promesse dal governatore. Per ora, infatti, non se ne parla, serve solo stringere i cordoni della borsa.

Il documento finanziario approda nella prima commissione del Consiglio regionale, per poi passare – secondo gli auspici di Gianfranco Vitagliano, assessore regionale alla Programmazione – intorno al 10 gennaio in Consiglio. Prima ancora che inizi il dibattito è però lo stesso Vitagliano a spiegare il perché sono attesi mal di pancia: “La Manovra contiene più misure di rigore che di crescita perché se non riguadagniamo in termini di rigore è difficile far partire la crescita”. Una posizione in linea con la politica di austerità inaugurata a livello nazionale del presidente del Consiglio, Mario Monti, che dovrà essere accettata da tutti. Non ci sono infatti scappatoie. I soldi sono pochi: serve prima mettere mano ai tagli e poi si può pensare di partire con le riforme. Nessuno vuol sentir parlare di “lacrime e sangue”, ma il tempo delle “vacche grasse” è, per forza di cose, finito. Dopo il provvedimento con cui il presidente Iorio ha deciso di tagliare privilegi alla classe politica (auto blu in primis) la Finanziaria ha come obiettivo anche quello di reperire risorse per abbattere l’Irpef e l’Irap, aumentate vertiginosamente a seguito del via libera al Piano di rientro sanitario regionale.

Ecco, la Sanità. Resta sempre quello il fianco scoperto delle finanze molisane. Purtroppo i costi che devono essere sostenuti, per conformazione geografica e distribuzione della popolazione sul territorio, sono più alti di quanto si possa riuscire a sostenere. Non si può fare altrimenti, a meno che non si voglia toccare il diritto dei cittadini molisani a essere curati. La questione è stata al centro del dibattito politico degli ultimi anni e continua a “tormentare” il presidente Iorio. Il quale, comunque, ha sempre rassicurato sul fatto che mai limiterà il diritto alla salute dei molisani. Ora, in vista del prossimo aprile (quando sarà firmata la nuova intesa tra Stato e Regioni sulla sanità), sono stati chiariti i punti su cui si potrà intervenire: innanzitutto ticket sanitari (si ipotizzano entrate supplementari di circa 2 miliardi di euro dal 2014 grazie a un nuovo sistema di spesa/esenzioni), poi chiusura dei piccoli ospedali e investimenti per l’edilizia sanitaria. Il dibattito è approdato anche a livello nazionale e di sicuro, nei prossimi mesi, sarà il motivo centrale di scontro in Molise.