Il problema di Macron è lo stesso dell’Europa: contare ancora qualcosa

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Il problema di Macron è lo stesso dell’Europa: contare ancora qualcosa

Il problema di Macron è lo stesso dell’Europa: contare ancora qualcosa

25 Aprile 2017

Le presidenziali francesi confermano il declino dei partiti storici  del Novecento, in particolare quello socialista, e nasce un nuovo leader, Macron, senza partito, ex ministro di Hollande, sostenuto da gollisti e socialisti. Un’operazione trasformista, un lifting, il banchiere Macron, è soprattutto europeista, anzi l’unico candidato appassionatamente europeista. Il candidato dell’establishment, che si batte contro le forze euroscettiche di Marine Le Pen e di Mélenchon, che in tutto raggiungono più del 40%. 

La Francia di Macron è una Francia tedesca. Come la Merkel, Macron sta con l’America di Obama e Hillary, un’America che non esiste più, contro l’Inghilterra di Brexit, l’America di Trump e la Russia di Putin, che sostengono apertamente la leader del Front Nazionale. La “fascistona” Marine Le Pen nel discorso di domenica ha citato De Gaulle per conquistare il voto gollista, ma anche perché – la storia fa di questi scherzi – è lei in questo momento a essere, come De Gaulle nel ‘40, dalla parte delle potenze che sconfissero la Germania e liberarono la Francia dai tedeschi. 

La Francia di oggi è appiattita su una Germania che ha come alleata la Cina, potenza economica, ma non militare, e si sa che tra America e Cina potrebbe scoppiare la trappola di Tucidide. Non è una sorpresa la Francia tedesca di Macron, perché tra francesi e tedeschi c’è un rapporto speciale: si pensi a Hegel che plaude a Napoleone aggressore della Germania e alla Francia che nel ’40 fa subito la pace con Hitler, e senza lo sbarco in Sicilia e in Normandia sarebbe rimasta felicemente tedesca. De Gaulle in esilio a Londra era considerato uno stravagante, i francesi ebbero rapporti cordiali con i nazisti e consegnarono gli ebrei senza troppe esitazioni.

Per la Francia è decisiva la rivalità con l’Inghilterra, non comparabile con quella dell’Italia, unita come nazione soprattutto per volontà britannica. Una rivalità per cui la Francia ha combattuto guerre secolari e ha subito con Napoleone una sconfitta  da cui non si è più ripresa. Dopo averle prese anche dai tedeschi nel 1871, la Francia si è destreggiata con varie alleanze per mantenere l’impero: combatté la prima guerra mondiale al fianco di inglesi e americani soprattutto per abbattere l’impero ottomano e spartirselo con gli inglesi, però dopo il 1918 diventa una potenza militarmente finita. E’ il paese della ragion di stato per eccellenza. Lo stesso De Gaulle, fuggito a Londra, che riporta la Francia tra i vincitori alleato con inglesi e americani, non fu mai filoamericano, né filobritannico, tutt’altro. De Gaulle si oppose perfino all’ingresso nel Mec del Regno Unito. 

La Francia appiattita sulla Germania è una Francia fortemente antinglese, antiamericana e antirussa sempre più debole e in declino. Contro la Gran Bretagna col Commonwealth, contro l’America e contro la Russia cosa mai potrà fare Macron? Il problema di Macron è lo stesso dell’Europa. Speriamo che questa volta un De Gaulle riesca a inventarselo l’Italia.