Il problema di Monti è che Pd e PdL sono un unico blocco statalista
02 Gennaio 2012
di Luca Bagati
Oligarchia partitocratica. Di questo soffre il nostro Paese. Lo vediamo da parecchi anni, ovvero da quando siamo abituati al balletto "destra-sinistra", che, nei fatti, sono in realtà due blocchi statalisti ed alquanto "sinistri" entrambi.
Il governo Monti potrà fare qualche cosa in questa situazione di precarietà, visto che è retto proprio da quelle forze politiche che oggi sì e domani pure gli correggono e gli rispediscono al mittente delle ottime riforme di rilancio dell’economia e del mercato del lavoro? Mah.
Sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori – che già i radicali tentarono di abolire con il referendum le cui firme raccolsero nel ’99 – le forze politiche nicchiano, ovvero si rifiutano di abolirlo. E così condannano le aziende alla loro bella crisi e a non assumere più nessuno.
Sulle liberalizzazioni? Apriti cielo! Nessuno vuole attuarle! E così siamo l’unico Paese occidentale a mantenere Ordini professionali e Corporazioni volute ed imposte dal Fascismo. Monti ed il suo governo sarebbero gli unici, oggi, in grado di dare una sferzata liberale all’economia ed al mercato italiani. Glielo lasciassero fare!
E invece no: tutti (con l’esclusione del Terzo Polo che è l’unico a sostenere responsabilmente questo governo) si comportano come gli "utili idioti" (per usare un’espressione cara a quel Lenin da cui questi neocomunisti derivano) della Lega Nord e dell’Italia dei Valori. Con l’unica differenza che, mentre Lega ed IdV fanno opposizione dura a Monti, loro, il Pd ed il PdL, lo sostengono, ma gli cassano tutte le riforme liberali!
E quindi: niente abolizione delle Province; niente abolizione dell’articolo 18; niente liberalizzazioni e niente rilancio liberale dell’economia. Pd e PdL avrebbero fatto la gioia di Lenin, ma anche di Mussolini, infatti.
I controriformatori parlano del governo Monti come di un governo di "banchieri", quando invece è un governo composto da persone di alto livello che nella loro vita hanno sempre vissuto del loro lavoro e non meramente di politica. Oltre che trattasi di figure che, a differenza di moltissimi parlamentari, sanno parlare correttamente l’italiano.
Dal Pd al PdL passando per Lega Nord ed IdV, le forze politiche, pensano invece alle prossime elezioni, ovvero a come lanciare nuovi slogan per tentare di recuperare i consensi inevitabilmente perduti.
Ma l’Italia non sarà certo così fessa dal votarli ancora.