Il rapporto Balladur sulle riforme è una lezione per l’Italia

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Il rapporto Balladur sulle riforme è una lezione per l’Italia

Il rapporto Balladur sulle riforme è una lezione per l’Italia

28 Novembre 2007

Se ne è parlato poco: il 29
ottobre scorso, dopo meno di tre mesi di lavoro, il Comitato Balladur ha
consegnato al Presidente Sarkozy il Rapporto sulle riforme istituzionali  votate all’unanimità  dalle 
tredici personalità, di diversa estrazione politica, nominate dal
Presidente nel Comitato. Non è senza significato che il presidente Balladur, ex
primo ministro francese di “destra”, fosse affiancato alla vice presidenza da
Lang, ex ministro della cultura e “intellighenzia” importante dei governi di
“sinistra” e del Partito Socialista. Entro il prossimo mese di marzo il
Rapporto dovrebbe essere trasformato in Legge. L’importanza del Rapporto sta
nel fatto che vengono lì affrontati molti problemi  istituzionali che travagliano l’Italia , ma
anche molti altri Paesi dell’Unione Europea. La Francia, come noto, è un
Paese con l’elezione diretta del Presidente e con un sistema maggioritario per
l’elezione del Parlamento : 577 circoscrizioni, con numero di elettori
variabile (da 34 a 188 mila), mandano un deputato all’Assemblea Nazionale. In
questo contesto di base il Comitato Balladur in sostanza propone, tra l’altro,
alcune modifiche costituzionali o legislative:

– Il Presidente della Repubblica “…definisce la politica
della Nazione”.

– Il Governo “…gestisce la politica della Nazione” .

– Il Primo Ministro dirige l’azione del Governo.

– Le elezioni del Presidente e quelle legislative si
devono svolgere assieme: al secondo turno delle presidenziali ( ballottaggio
tra i due candidati più votati al primo turno ), si deve svolgere il primo
turno delle elezioni legislative.

– Il Presidente della Repubblica può parlare nei due rami
del parlamento quando vuole. Ci può essere dibattito, ma non votazione.

– Le Commissioni di inchiesta parlamentari possono
sentire il Presidente della Repubblica.

– Bisogna che siano chiariti i poteri del Presidente e
del Primo Ministro , in materia di nomine civili e militari; in ogni modo le
nomine possono avvenire solo dopo il parere di una Commissione parlamentare
creata a questo scopo.

<- Il Presidente ha il diritto di graziare i condannati, ma solo dopo che il Consiglio Superiore della Magistratura ha espresso un parere in materia.

– La revisione della Costituzione può essere proposta dal
Presidente o dai membri del Parlamento. Dopo essere stata votata in
Parlamento,  il Presidente entro sei mesi
deve indire un referendum popolare in materia; a meno che il Parlamento in
seduta comune, approvi la riforma con una maggioranza dei tre quinti.

– I Ministri devono lasciare il loro eventuale posto
parlamentare. Vengono perciò temporaneamente sostituiti e possono riprendere la
loro funzione al termine del mandato ministeriale.( In Francia ogni deputato ha
un suo sostituto per  eventuali e
tassativi casi di necessità  ).

– I Ministri non possono cumulare altre cariche elettive
(viene così soppressa la figura largamente diffusa del Ministro- Sindaco).

– Il funzionamento dell’Assemblea Nazionale e del Senato
è profondamente rivisto nell’organizzazione dei propri lavori, con più ampi
poteri di controllo da parte delle minoranze.

– I progetti di Legge sono predisposti dal Governo o dal
Parlamento , con il parere giuridico del Consiglio di Stato: essi devono essere
supportati da una documentazione stabilita dal Parlamento . Il Parlamento ,
secondo certe procedure, può richiedere anche il parere della Corte
Costituzionale.

– Le Commissioni parlamentari permanenti dovranno essere
dieci e non sei, come attualmente.

– Le presidenze delle Commissioni saranno ripartite in
termini proporzionali rispetto al numero dei parlamentari.

– Il Parlamento può aprire Commissioni di inchiesta  su fatti oggetto di azioni giudiziarie ( oggi
non può farlo ).

– Il Parlamento deve costituire al proprio interno un
comitato per gli affari europei, che deve seguire e informare i parlamentari su
tutta l’evoluzione delle istituzioni e delle politiche dell’Unione.

– Il Governo deve informare il Parlamento su tutti gli
interventi delle forze armate all’estero ; quando questi interventi abbiano una
durata superiore ai tre mesi, deve esserci una Legge ad autorizzarla.

– I parlamentari non possono avere “funzioni esecutive
locali”( quindi a quanto pare non più , per esempio sindaci-deputati)

– Sono proposti più poteri di intervento parlamentare per
le opposizioni, da regolamentare nelle Assemblee dei due rami del Parlamento e
attraverso la predisposizione di una “Carta dei diritti dell’opposizione”.

– Sulle questioni della rappresentatività elettorale,
dovrebbe essere introdotta una quota di proporzionale per 20-30 eletti, in
maniera da dar voce anche ai piccoli partiti; il taglio delle circoscrizioni
deve tender ad essere sempre più equilibrato, anche in funzione degli sviluppi
demografici..

– Il referendum di iniziativa popolare può essere
richiesto da un quinto dei membri del Parlamento e da un decimo degli elettori
iscritti.

– Il Presidente del Consiglio Superiore della
Magistratura non sarà più il Presidente della Repubblica , ma una personalità
indipendente, né parlamentare, né giudice, nominato dal Presidente della
Repubblica; né il Ministro della Giustizia dovrà far parte di diritto del
Consiglio.

– Nella composizione del Consiglio, la maggioranza non è
dei giudici: su 13 , 6 sono giudici, 2, Consiglieri di Stato ( designati dal
Consiglio di Stato stesso ), 1 avvocato rappresentante della categoria,un
professore universitario e 2 personalità designate  dal Presidente dell’Assemblea Nazionale e dal
Presidente del Senato.

– Per la Corte Costituzionale, non viene più prevista la
partecipazione di diritto degli ex presidenti della Repubblica ( Chirac vi è
entrato la settimana scorsa ).

Questi in grande sintesi gli
argomenti più importanti, contenuti nei 77 punti del Rapporto Balladur , per le
riforme istituzionali francesi. Potrebbe essere utile pensarli e commentarli
nella logica della situazione italiana.

Per la composizione e i lavori
del Comitato si rinvia a: http://www.comite-constitutionnel.fr/accueil/index.php