Il Re delle maree. La retorica di Obama sul disastro di British Petroleum

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Il Re delle maree. La retorica di Obama sul disastro di British Petroleum

03 Giugno 2010

Una delle caratteristiche principali dei discorsi di Barack Obama è il suo disprezzo per le parole, come qualsiasi altra cosa che non l’aiuti a farsi pubblicità. Consideriamo, per esempio, le sue recenti osservazioni alla classe di laurea dell’Accademia Militare degli Stati Uniti: "L’America non ha avuto successo uscendo delle correnti della cooperazione – abbiamo avuto successo governando quelle correnti nella direzione della libertà e della giustizia". "Governando quelle correnti"? Come potrebbe persino un membro del team di isolati e auto-definitisi speechwriters del presidente essere così sordo da scrivere questa frase? Come poteva Obama stesso non avere orecchio musicale tanto da pronunciarla nel maggio del 2010? Ehi, genio, se sei così dannatamente bravo a "governare le correnti", perché non provi a farlo nel Golfo del Messico?

Come per molti grandi "pensatori", per Barack Obama e la sua cricca le parole sembrano esistere per lo più nel regno della metafora, piuttosto che come elementi in grado di descrivere azioni reali che si sono effettivamente verificate in qualcosa di così banale come la realtà. Ed è così che, nonostante la sua amministrazione pasticciona si dibatta nelle acque turbolente del Golfo, sul podio dei relatori il presidente veleggia ancora abilmente e con fiducia governando la nave attraverso il nastro stretto di fango tra la Scilla della sua sonora banalità e la Cariddi dell’aumento del gas. A due anni di distanza da oggi, l’allora senatore Obama dichiarò che la sua nomina come candidato presidenziale del Partito Democratico (quando ancora non si pensava alla sua elezione) avrebbe segnato il momento in cui "il nostro pianeta ha cominciato a guarire" e "l’innalzamento del livello degli oceani è iniziato a diminuire”. "Beh, quando ti ungi da solo re Canuto", ha sottolineato Charles Krauthammer l’altro giorno, "non devi sorprenderti se poi le persone si aspettano che comandi le maree".

Povero vecchio Canuto che è stato diffamato dai posteri. Era il re vichingo di Danimarca, Inghilterra, Norvegia, e pezzi di Svezia, che, come direbbe Joe Biden, fu un grande colpito alle spalle nell’XI secolo. E, come il Buon Re Barack, aveva una corte piena di sicofanti oleosi che stavano sempre a dirgli, come l’editor di Newsweek Evan Thomas ha detto di Obama, che è "una specie di Dio". Così, un giorno, stanco di essere circondato da tipi alla Chris Matthews con nelle gambe un formicolio ventiquattro ore su ventiquattro, Canuto ordinò ai suoi valletti di portare il proprio trono fino alla riva del mare e si mise a comandare le onde in arrivo mandandole al diavolo. Proprio come Obama, avrebbe davvero voluto governare le correnti. Il resto, su cui forse siete informati, è che Canuto era rimasto con delle alghe nelle sue scarpe a punta e tornando a palazzo strizza le calze di Argyll. "Che tutti gli uomini sappiano quanto vuoto e inutile è il potere dei re," disse, "perché non c’è nessuno degno di questo nome, come Colui al quale il cielo, la terra e il mare obbediscono seguendo leggi eterne".

In altre parole, stava impartendo una lezione sui limiti del potere regale ai suoi cortigiani. Sono un figlio dell’Impero britannico e, tornando con la memoria ai miei giorni all’asilo, quasi tutte le storie che ci venivano insegnate sulla vita dei sovrani andavano più o meno nello stesso modo. Generazioni di bambini inglesi hanno imparato di Alfredo il Grande, re del Wessex, tornando indietro con la memoria al IX secolo dopo Cristo. Alfredo era un altro pezzo grosso di serie A: Winston Churchill lo definì "l’inglese più grande che abbia mai vissuto". Un giorno, durante un periodo tumultuoso negli affari del suo regno, passò davanti a un cottage remoto e venne invitato a fermarsi da una contadina del luogo. Ignara di chi fosse, la donna se ne andò a mungere la mucca e gli disse di badare alle torte che aveva lasciato sul focolare. Lui era un tipo dall’aspetto massiccio, preoccupato delle macro-tendenze geopolitiche, e distrattamente lasciò bruciare le torte. Lei gli aveva assegnato un compito ("Sei felice di mangiare i dolci, ma troppo pigro per tenerle d’occhio") ma, rendendosi conto che era il re, si profuse in mille scuse. "No, no," disse il re "è stata tutta colpa mia". E lì nel rude tugurio Alfredo si mise umilmente a girare il pane della donna al posto suo.

Nell’era dei re, ci hanno insegnato che i sovrani erano persone umane, che facevano errori umani. Ora, nell’epoca dei cittadini-presidenti, ci viene insegnato che il governo ha poteri illimitati su "cielo, terra e mare". Diversamente da Canuto e Alfredo, la vanità del Big Government non conosce limiti. Tim Flannery, il fomentatore australiano del riscaldamento globale che ha presieduto il circo di Copenaghen sul clima pochi mesi fa, ha annunciato con una grande faccia tosta che "stiamo cercando di agire come la specie che regolamenterà l’atmosfera". Non importano delle cose così fondamentali come le prossime maree, adesso siamo passati addirittura all’atmosfera! Come si fa? Beh, in primo luogo fate un controllo molto accurato. Poi, aggiungete parecchi zeri in più. Poi, buttatelo fuori dalla finestra. E’ lui "Colui al quale il cielo, la terra e il mare obbediscono seguendo leggi eterne"? Hah! Questi sono spiccioli rispetto al modo in cui le cose andranno una volta che cielo, terra e mare saranno costretti a sottoporsi a un regime transnazionale di micro-regolamentazione.

Quasi tutti i problemi che dobbiamo affrontare oggi derivano dalla vanità del Big Government. Perché la BP ha pozzi di petrolio 5.000 piedi sott’acqua nel mezzo del Golfo del Messico? Perché il governo decise di regolamentarne l’apertura lontano dalla terraferma, al largo della costa, e sempre più nel mare. Vero, BP è andata oltre. Le sue iniziali stanno per "British Petroleum". Potreste non esserne a conoscenza se non avete visto qualche loro pubblicità negli ultimi anni: "BP – Beyond Petroleum". Erano una compagnia petrolifera che si vergognava dei suoi prodotti e che pubblicizzava solo quanto fosse ansiosa di andare avanti con i suoi programmi ambientali. E una buona parte di questi li hanno fatti loro. BP, per non parlare dei suoi clienti, avrebbe fatto meglio a respingere le politiche governative che inducono i fornitori di energia a spostarsi verso un terreno sempre più imprevedibile, con l’obiettivo di tutelare la nidificazione del più grande branco di zanzare in Alaska. Invece noi faremo il contrario. Ci sarà ancora di più la protezione governativa dell’"ambiente", e ancor più regolamentazione del governo dell’industria petrolifera, e per estrarre il petrolio BP sarà costretta ad andare a perforare il vulcano islandese.

Sta accadendo la stessa cosa in Europa. Il problema della Grecia non è molto difficile da diagnosticare. Come molte nazioni occidentali, il suo governo ha speso oggi le risorse di domani. Come a New York e in California, gli accordi nel settore pubblico hanno saccheggiato il futuro. Questa è la conseguenza del tutto prevedibile della politica governativa. Allora, qual è la soluzione? Il salvataggio internazionale (tra cui un forte contributo dai contribuenti americani) è un aiuto massiccio per i Greci a continuare a fare tutte le cose che li hanno portati nel disordine attuale. Il motivo per cui l’Europa lo ha fatto è stato quello di salvare "l’euro" – una moneta la cui stessa esistenza è un monumento al narcisismo illimitato del governo. Le banconote in euro sono ornate da belle viste panoramiche di edifici rinascimentali, gotici e classici – come la Casa Bianca sulla valuta statunitense. L’unica differenza è che gli edifici europei non esistono in quello che chiamiamo il mondo reale. Sono completamente inventati. Questo è il Big Government: anche se non lo costruite, lo faranno venire lo stesso. Se si inventano una moneta per l’Europa unita, un’Europa unita sicuramente verrà.

I principini della nuova classe dirigente raramente accettano di convivere con le conseguenze del loro narcisismo. Nancy Pelosi può scimmiottare la vostra salute, ma la sua sarà ancora magnifica. I burocrati greci sono in grado di portare il vostro business sottoterra, ma avranno ancora la pensione e i loro relativi vantaggi. E, quando i dolci saranno completamente carbonizzati, Re Barack il Prolisso non sarà nel tugurio contadino con voi, ma là fuori a tenere un discorso acclamato dalla critica su come il mondo funziona meglio quando tutti noi abbiamo una fetta uguale della torta.

Tratto da Nationa Review

Traduzione di Maria Teresa Lenoci