Il rilancio dei rapporti tra Israele e Turchia è la vera sfida dell’odierno M.O.

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Il rilancio dei rapporti tra Israele e Turchia è la vera sfida dell’odierno M.O.

08 Luglio 2011

Le relazioni tra Turchia ed Israele attraversano oggi un momento di estrema freddezza tanto che per molti queste sembrano entrate in una fase di pre-rottura. Eppure, nonostante la non certo facile situazione, diverse personalità sottolineano come il mantenimento dei rapporti di collaborazione tra Gerusalemme ed Ankara sia di importanza strategica per entrambe le parti.

Ma i legami tra questi due Paesi non si limitano solo ai rapporti politici sviluppati ultimi sessant’anni, ma è stata influenzata anche dalle vicende storiche, visto che la Turchia offrì la sua ospitalità prima agli ebrei espulsi dalla Spagna nel 1492 e poi a quelli costretti ad abbandonare la Germania negli anni Trenta quando Hitler assunse il potere.

La Turchia nel 1950 fu il primo Paese musulmano a riconoscere Israele, anche se, tre anni prima, si era opposta alla risoluzione con cui le Nazioni Unite creavano due entità statali. In questo caso la decisione turca però non fu dettata dal fatto che il Paese fosse un sostenitore della causa arabo – palestinese ma semplicemente perchè il movimento sionista era percepito come una forza di sinistra con sfumature comuniste in un periodo in cui la Turchia avvertiva prepotentemente la minaccia sovietica.

E sarà questo fattore che spingerà Ankara ad assumere una linea fortemente anticomunista così da convincere gli Stati Uniti a favorire l’ingresso turco nella NATO nonché a rafforzare ulteriormente i legami con Israele, tanto che nel 1956 la Turchia sosterrà l’azione militare condotta dalla Gran Bretagna e dalla Francia con l’appoggio israeliano contro l’Egitto. Se da un lato per la Turchia lo sviluppo dei rapporti con Israele rientrava nel quadro della più vasta cooperazione con i Paesi dell’alleanza occidentale, dall’altro per Gerusalemme l’amicizia con Ankara si iscriveva nel disegno strategico tracciato da Ben Gurion per cui lo Stato ebraico doveva far perno su una serie di Paesi estranei al mondo arabo, quali erano appunto la Turchia, l’Iran e l’Etiopia, per garantire la sua sicurezza.

Tuttavia, a partire dagli anni Sessanta, i rapporti entreranno in una nuova fase nella quale si alterneranno momenti di crisi ad altri di rinnovata cooperazione politica e militare. Così se dopo la Guerra dei Sei Giorni il governo turco assumerà una posizione fortemente critica verso Israele arrivando a votare alle Nazioni Unite la Risoluzione 3379 con cui si equiparavano il sionismo ed il razzismo, negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta si assisterà invece ad un nuovo riavvicinamento, dettato soprattutto dall’intenzione turca di migliorare l’immagine del Paese negli Stati Uniti.

Nelle intenzioni dei dirigenti politici turchi, i rapporti con Israele avrebbero permesso alla Turchia di ottenere l’appoggio della Lobby ebraica al Congresso statunitense favorendo così la posizione di Ankara in un momento in cui la Casa Bianca era assai critica verso la politica turca per il problema cipriota e lo stesso governo turco desiderava il sostegno statunitense per rafforzare la sua posizione nei confronti della Grecia dati i difficili rapporti con Atene.

Fine prima puntata. Continua