Il risparmio delle famiglie resta la principale ricchezza del Paese

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Il risparmio delle famiglie resta la principale ricchezza del Paese

Il risparmio delle famiglie resta la principale ricchezza del Paese

25 Maggio 2011

Il risparmio accantonato dalle famiglie italiane ha rappresentato per molti decenni la componente di gran lunga più importante del risparmio nazionale, sia per entità relativa sia per stabilità nel tempo, perciò, la sua tutela che ha rilevanza costituzionale, merita particolare attenzione anche per gli importanti valori morali e di solidarietà sociale insiti nella famiglia.

Negli ultimi decenni si è evidenziata la tendenza ad un lento declino del contributo relativo offerto dal risparmio familiare che, nel decennio 1981-1990, corrispondeva in media a più del 20% del reddito lordo disponibile, con una punta annuale del 30%, un valore fra i più elevati nel contesto internazionale. Paradossalmente, il suo ammontare complessivo perveniva a superare quello dell’intero risparmio nazionale.

Il declino del saggio di risparmio familiare a cui assistiamo oggi, è l’effetto di una serie di cambiamenti che si sono manifestati nella società e nell’economia italiana. Numerose sono le variabili economiche, politiche, demografiche e sociali che hanno contribuito a generare questa tendenza nella dinamica del risparmio delle famiglie. In particolare, la crisi finanziaria ed economica iniziata tre anni fa, ha colpito duramente il reddito lordo disponibile delle famiglie e la loro propensione al risparmio, accentuando, per quest’ultimo indicatore, una tendenza al ribasso che già risultava consolidata negli anni precedenti.

I dati più recenti aggiornati al quarto trimestre del 2010 diffusi recentemente indicano, infatti, come il reddito lordo disponibile, cresciuto tra l’inizio del 1999 e la metà del 2008 di circa il 40%, sia successivamente sceso nel corso del 2009 di circa il 5%. Andamenti analoghi hanno riguardato poi gli indicatori relativi al potere di acquisto (diminuito del 6% nello stesso periodo) e alla propensione al risparmio (quasi 4 punti percentuali in meno, dal 16,2% al 12,4%).

Nonostante ciò, nel corso del 2010, si sono registrati miglioramenti, con aumenti in media: del reddito, del potere di acquisto e della propensione al risparmio; anche se gli incrementi sono stati piuttosto contenuti, permettendo di recuperare solo una piccola parte delle perdite manifestate dalla seconda metà del 2008 e per tutto il 2009. Questo andamento, però, può rappresentare l’inizio di un’inversione di tendenza positiva che resta, ancora fragile ed incerta, come confermano le più recenti indagini ISTAT relative alla fiducia dei consumatori, che evidenziano un peggioramento relativamente al clima economico, ma anche a quello corrente e futuro.

Le Banche Popolari, in tale contesto, sono state sempre al fianco delle famiglie, nel rispetto del loro valore fondante: il localismo. La provvista è salita, infatti, dell’11% (8% il dato medio nazionale), ed in particolare è cresciuta la raccolta obbligazionaria che, nell’ultimo anno, è aumentata del 6,1% (-1,6 il dato medio nazionale).

Ciò è stato determinato da una crescente fiducia dei risparmiatori nei confronti delle Banche Popolari, che sono riuscite anche a garantire buoni rendimenti dei depositi in conto corrente, pari a marzo allo 0,55% (un valore superiore di 15 basis point al dato medio nazionale). Lo stesso si può dire anche per i rendimenti offerti dalle obbligazioni del Credito Popolare, infatti esse, nel marzo scorso, rendevano in media il 3,82% (30 basis point in più del dato medio nazionale). È stato questo diverso modo di fare banca, fondato da sempre sulla centralità della persona del cliente, che ha portato, negli ultimi 4 anni, 1,5 milioni di nuovi clienti ad aprire un conto di deposito, affidando i propri risparmi alle Banche Popolari, per un totale complessivo che sfiora i 13 milioni di correntisti.

Ciò dimostra quanto il modello del relationship banking rappresenti ancora la filosofia operativa del Credito Popolare, costituendo il “driver” principale che permette ad una realtà economica locale di potersi esprimere e sviluppare, mediante la costruzione di un rapporto di lungo periodo improntato sulla reciproca fiducia che, non soltanto genera ricadute positive su tutto il tessuto produttivo e sociale locale, ma riesce perfino a garantire un’elevata convenienza economica per i clienti-risparmiatori.

* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari