Il ritiro di Santorum spiana la strada alla nomination di Romney
11 Aprile 2012
Ieri, da Gettysburg in Pennsylvania, Rick Santorum ha annunciato la fine della sua corsa per l’elezione a sfidante ufficiale di Barack Obama alle presidenziali del novembre prossimo. Motivo del ritiro, l’improvviso aggravarsi della salute della figlia di 3 anni, Isabella, afflitta dalla malattia genetica ‘Trisomia 18’. “Una decisione presa dopo un week-end difficile, segnato da un nuovo ricovero" (per una polmonite, ndr).
Nonostante il ritiro, Santorum ha dichiarato di voler continuare ugualmente a combattere nell’agone politico a stelle e striscie, considerando tutt’altro che chiusa la sua esperienza politica: “Questa campagna presidenziale è finita per me. Ma non si conclude qui la mia battaglia politica”. E’ quanto affermato da Santorum, a dimostrazione della volontà, forse, di ripresentarsi alle primarie del 2016, se ve ne sarà la possibilità.
Il candidato conservatore era riuscito ad attirare su di sé le simpatie della destra conservatrice americana, grazie soprattutto alla sua difesa dei valori della famiglia e delle fede religiosa. Era stato capace, inoltre, di catalizzare sulla sua candidatura anche il voto degli evangelici, malgrado l’uomo sia un fervente cattolico.
Santorum si era imposto in undici Stati, ottenendo 3,2 milioni di voti contro i 4,6 di Romney e 285 delegati contro i 661 del frontrunner, sebbene i mezzi finanziari a sua disposizione fossero ben al di sotto rispetto a quelli del suo principale contendente. Ora, con Santorum fuorigioco, sarà (pseudo)lotta a tre: Mitt Romney, Newt Gingrich e Ron Paul. Tuttavia, l’unico possibile e serio sfidante alla corsa di Romney ad anti Obama era proprio Santorum. Né Paul né Gingrich sono alternative credibili. Ciò, per forza di cose, condurrà con buona probabilità all’incoronazione di Mitt Romney a candidato repubblicano alle elezioni di Novembre.
Romney si è congratulato con Santorum per la campagna svolta: “Ha dimostrato di essere una voce importante per il Partito e per il Paese”. D’ora in avanti, Romney avrà l’arduo compito di riconquistare l’elettorato degli Stati del Sud, che avevano conosciuto le nette affermazioni di Santorum.
La sua attività di finanziere, inoltre, (è stato fondatore di Bain Capital) non è mai stata apprezzata dalla base Repubblicana. Santorum, con i suoi exploit, era stato in grado invece di intercettare l’elettorato repubblicano deluso da un candidato considerato troppo distante dalle esigenze del ceto medio.
Ora, necessariamente, l’intero partito si stringerà attorno a Romney. Obiettivo, tentare di ricucire con quella parte di elettorato repubblicano molto più vicino alle posizioni di Santorum. Quest’ultimo, dal canto suo, ha già annunciato di voler aiutare Romney a sconfiggere Obama. E il suo ritiro, ne siamo certi, non scalfirà dal dibattito futuro le tematiche (etiche) sollevate in questi mesi. Tematiche di cui nessuno aveva avuto il coraggio e l’intenzione di parlare.