Il sostegno delle Popolari al settore agricolo non conosce crisi
28 Luglio 2011
All’inizio del mese di luglio, l’Istat ha diffuso i primi risultati del 6° Censimento Generale dell’Agricoltura, svoltosi a ottobre 2010. Dall’indagine emerge come il comparto agricolo abbia vissuto negli ultimi dieci anni profonde trasformazioni che hanno significativamente modificato la fisionomia del settore primario. Infatti, tra il 2000 ed il 2010 il numero delle aziende agricole è sceso di circa un terzo, passando da poco più di 2,4 milioni ad 1,6 milioni di unità. Tuttavia, a questa contrazione drastica nel numero delle aziende non ha corrisposto una analoga diminuzione della superficie coltivata, scesa di appena il 2,3%, determinando un aumento della dimensione media delle imprese agricole presenti sul territorio che ha approssimato il dato italiano alla media europea.
Malgrado una tendenza generale alla concentrazione e all’ampliamento delle imprese presenti nel comparto, oltre la metà delle aziende del settore primario registra ancora una dimensione contenuta, con un’estensione della superficie coltivata inferiore a 2 ettari, e quasi l’85% non raggiunge i 10 ettari di terreno coltivato. La presenza delle aziende di minori dimensioni continua, quindi, a essere predominante nell’agricoltura e, proprio per questo motivo, le banche locali sono i principali interlocutori creditizi del settore, con il quale hanno costruito nel tempo un rapporto fiduciario che nasce dall’appartenenza alla comunità e al territorio nel quale operano.
Naturalmente, anche le Banche Popolari, per la loro vocazione di servizio alle realtà economiche locali e, in particolare, delle piccole e medie imprese, forniscono da sempre un sostegno importante al comparto agricolo, un impegno che durante la crisi è continuato in misura anche più consistente.
L’apporto fornito dalle banche della Categoria al settore primario è fondato sulla prossimità. Il 12% degli sportelli del Credito Popolare (circa 1.100), infatti, è situato in aree produttive di tipo prevalentemente agricolo, contro una percentuale per il sistema del 9%. In tali aree la quota di mercato delle dipendenze della Categoria è pari al 33%, superiore al dato medio nazionale (28,3%), ulteriore conferma dell’attenzione che le Banche Popolari riversano nei territori dove il settore agricolo rappresenta la principale risorsa di sviluppo per l’economia locale. Inoltre, all’interno delle aree agricole, gli istituti della Categoria sono presenti in sei comuni su dieci con un loro sportello e in più di un comune su quattro risultano essere l’unica realtà bancaria di riferimento per le aziende dedite alla coltivazione o all’allevamento.
Ciò testimonia il legame profondo che unisce il Credito Popolare all’agricoltura, un legame confermato anche negli ultimi anni dall’andamento dei finanziamenti al settore primario. In dettaglio, dalla fine del 2008, quando ha avuto inizio la crisi, alla prima metà del 2011 gli impieghi delle Banche Popolari in favore delle aziende agricole sono aumentati di quasi il 25%, contro un dato medio nazionale del 10,7%, passando da 7,7 miliardi di euro a 9,6 miliardi di euro. Una crescita costante che ha portato ad un progressivo incremento dell’incidenza del settore sul portafoglio prestiti delle Popolari, salita dal 3,6% al 4%. Dati che risultano ancora più importanti alla luce delle variazioni negative registrate dal comparto tra il 2008 e il 2010 in termini di valore aggiunto a prezzi costanti (-1,7%), e che sottolineano ancora una volta la rilevanza del contributo dato dal Credito Popolare.
All’interno dei finanziamenti erogati dalle Banche Popolari al settore agricolo, il credito agrario, che gode di agevolazioni mediante leggi regionali o bandi emanati da enti vari, ha registrato, dalla fine del 2008, gli incrementi più consistenti (36%), arrivando a rappresentare per la Categoria circa il 35% del totale dei prestiti al settore, segno evidente di come il Credito Popolare sia continuamente attivo nella ricerca di soluzioni per tutte quelle piccole aziende che proprio sulla coltivazione della terra e sull’allevamento basano la propria attività.
Una condivisione di rischi e di prospettive, quella tra le Popolari e il settore agricolo, figlia di una radice comune, visto che tali istituti nascono proprio per avvicinare al credito coloro che erano esclusi – come le categorie degli agricoltori e degli artigiani – e di un rapporto consolidato nel tempo che, analogamente a quanto avviene nelle fasi cicliche dell’economia, non tiene conto delle annate buone o cattive di un raccolto, nella consapevolezza che solo una cura continua dei rapporti con la propria comunità locale può assicurare uno sviluppo durevole e un benessere diffuso, condiviso ed equo.
* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari