Il suo nome è Walter

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Il suo nome è Walter

20 Aprile 2007

Il futuro Partito democratico ha un leader. Il suo nome è Walter Veltroni. Certo il sindaco di Roma non si è fatto mancare una bella dose di retorica, ma queste sono le occasioni in cui al popolo bisogna parlare col cuore, affinché la pancia abbia un sussulto. In una sinistra che ha troppe anime Veltroni ha cercato di iniettare una sola anima. Mentre Prodi auspicava dal palco della Margherita un Pd “ che non si presenti con lo sguardo rivolto al passato”, Veltroni ha intinto a piene mani proprio nelle radici comuniste, socialiste riformatrici e cattoliche. Il passato si può rinnegare, i comunisti in questo sono maestri, ma non si possono negare i propri cromosomi, il codice genetico che ci dice chi siamo e dove andremo. Detto questo sia chiaro: noi liberali di centro destra, noi che non possiamo non dirci cristiani, noi che fin dal passato più lontano denunciammo con orgoglio il nostro anticomunismo, noi che ben conosciamo i guasti del consociativismo e delle errate interpretazioni post conciliari che hanno portato agli anni del compromesso storico, saremo senz’altro dall’altra parte della barricata e fin d’ora siamo pronti a contrastare il Pd e Veltroni.  Ma questo fa parte del sano gioco della democrazia, che nel nostro Paese è una realtà radicata da oltre mezzo secolo. Per questo ci pare stupefacente l’affermazione di Prodi che il Pd “abbia l’ambizione di costruire in Italia una democrazia governante”. La democrazia, caro Professore, c’è, bisogna solo saper governare.