Il Tar annulla le elezioni regionali, ora un grande punto interrogativo

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Il Tar annulla le elezioni regionali, ora un grande punto interrogativo

18 Maggio 2012

Esulta e sogna un rapido ritorno alle urne, il centrosinistra; è perplesso ma al tempo stesso fiducioso, il centrodestra. Certo è che chi conosce la storia politica del Molise questo verdetto un po’ se l’aspettava. È accaduto undici anni fa, con Di Stasi. Si è ripetuto ieri pomeriggio, ma stavolta a parte invertite: il Tar ha annullato le elezioni regionali di ottobre. Si dovrà tornare al voto, a causa di irregolarità riscontrate nella presentazione di alcune liste a sostegno della candidatura alla presidenza della Regione di Michele Iorio.

Ma per saperne di più sulla modalità del voto bisognerà aspettare una decina di giorni, quando saranno rese note le motivazioni della sentenza pronunciata dal tribunale amministrativo molisano. Le parole pronunciate dal presidente Goffredo Zaccardi, infatti, hanno lasciato qualche dubbio nei presenti. C’è chi ritiene che si dovrà tornare al voto a liste bloccate: ci si ripresenterà cioè agli elettori con gli stessi candidati (salvo quelli esclusi per irregolarità). Altri, invece, sostengono che la partita comincerà daccapo, con candidati nuovi. Né si capisce se avrà o meno efficacia il decreto “Salva Italia”, che nel frattempo ha ridotto da 30 a 20 il numero dei consiglieri regionali. Nel caso di liste bloccate, chi resterà fuori? Presto per dirlo. Ma fino a un certo punto.

Basta dare un’occhiata al ricorso del centrosinistra per farsi un’idea: le presunte irregolarità segnalate dai cittadini elettori fanno riferimento all’ammissione della lista di Molise Civile e di alcuni candidati dell’Udc, di Progetto Molise e di Grande Sud. Dubbi anche sulla presenza di Nico Romagnuolo nel listino di Iorio. Anche in questo caso si parla di problemi di firme a supporto delle candidature. Resta tuttavia da capire se il ricorso sia stato accolto integralmente o in parte, anche se sembra prevalere quest’ultima ipotesi.

Ha creato un bel rebus, dunque, il verdetto del Tar. Con un però. In tutto questo rincorrersi di ipotesi forse ci si dimentica che la sentenza non è definitiva. Il ricorso al Consiglio di Stato, infatti, appare scontato. E non è detto che i giudici di Palazzo Spada confermino una sentenza, quella del Tar Molise, che a qualcuno è apparsa anomala. Tra i primi a sottolineare la stranezza di questa decisione, spicca Ulisse Di Giacomo, coordinatore regionale del Popolo della Libertà. Parla di una sentenza affrettata, inattesa. Né ritiene che il Tribunale amministrativo possa stabilire le regole dell’eventuale nuova partita alle urne. Il senatore del Pdl è comunque convinto che il ricorso al Consiglio di Stato, già ipotizzato a caldo dall’avvocato del centrodestra Umberto Colalillo, ribalterà il dispositivo dei giudici molisani. Naturalmente questa non è l’unica reazione. C’è chi ha parlato, anche sui social network, della fine di un’era e chi invece di un ritorno in sella di Iorio, anche nel caso in cui Palazzo Spada dovesse confermare il verdetto del Tar.

Subito dopo la lettura del dispositivo da parte del giudice Zaccardi, un Frattura commosso, in lacrime, ha esultato chiedendo un immediato ritorno alle urne. Dello stesso tenore i commenti degli altri leader – sia regionali che nazionali – della coalizione uscita sconfitta dalle urne. Né poteva mancare il commento del presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: “Le illegalità – ha detto – hanno le gambe corte e prima o poi vengono scoperte. L’avevamo detto dal primo giorno: in Molise il governatore Iorio aveva vinto con il trucco e oggi (ieri, ndr) i giudici ci hanno dato ragione”.

La replica di Iorio non si è fatta attendere. E fa capire chiaramente che il presidente della Regione non ha affatto intenzione di gettare la spugna: “Non ho mai truccato nulla – ha detto ai giornalisti – e ci rivolgeremo al Consiglio di Stato per garantire un governo stabile. In ogni caso sono certo di aver vinto le elezioni in maniera onesta e trasparente. Le liste a me collegate sono state ammesse alla competizione elettorale dai tribunali di Campobasso e Isernia e dalla Corte d’Appello” .

In effetti, le dichiarazioni di Antonio Di Pietro appaiono come una forzatura. Parlare di trucchi di fronte a vizi formali – che nulla hanno a che vedere con la volontà popolare – appare un’esagerazione. Tanto per cambiare. Anzi, per dirla tutta  – forse il leader dell’Idv lo ha dimenticato – i trucchi li ha usati il centrosinistra all’indomani del voto, parlando addirittura di brogli. Quando il recente riconteggio da parte delle Prefetture ha dimostrato invece che certe gravi accuse erano nient’altro che una bufala colossale. Insomma, il ribaltone non c’è stato. Al contrario, Iorio ha recuperato altri voti in suo favore, rendendo più nitida la sua affermazione, seppur con meno di mille voti di scarto. Questo hanno detto le urne, ma ora le presunte irregolarità formali riscontrate dal Tar mettono in discussone il risultato. È comunque ancora presto per arrivare alle conclusioni. È ancora presto per parlare di legge del contrappasso: undici anni fa, in effetti, iniziò l’ascesa di Iorio proprio grazie a un analogo ricorso.

Oggi, intanto, il presidente della Regione terrà una conferenza stampa per analizzare la sentenza e chiarire i tanti aspetti controversi della vicenda. Più di qualcuno, infatti, ha parlato di sentenza strana, affrettata. Politica, in un certo senso. Si è fatto tutto di corsa – con tanto di motivazione anomala – pur di bocciare Iorio prima del voto al ballottaggio per le Comunali di Isernia. Dove, guarda caso, è in corsa la sorella del governatore, Rosa Iorio. Da più parti si sostiene che questa sentenza si poteva tranquillamente rinviare di una settimana, proprio per evitare di influenzare l’esito del voto.

Ma davvero il verdetto del tribunale amministrativo finirà per condizionare gli elettori? Per la coalizione che sostiene Ugo De Vivo, nessun dubbio a riguardo. Lo pensano anche i suoi sostenitori. Di diverso avviso gli esponenti del centrodestra, con in testa lo stesso candidato sindaco: gli isernini daranno la fiducia a lei (è lei la candidata a sindaco, non il fratello) e al centrodestra, che è già maggioranza in seno al nuovo consiglio comunale di Palazzo San Francesco. Qualcuno va oltre e ricorda al centrosinistra che – la storia insegna – non è il caso di festeggiare in anticipo. A ottobre, nel quartier generale di Frattura, si cominciò a far baldoria e a stappare bottiglie di champagne in segno di vittoria. Al termine dello spoglio, Iorio fu riconfermato presidente della Regione. Poi fu tirata fuori la storia dei brogli. Ma le bugie – Di Pietro dixit – hanno le gambe corte.