Il Triangolo delle Bermuda tra paranormale e spiegazioni scientifiche

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Il Triangolo delle Bermuda tra paranormale e spiegazioni scientifiche

16 Marzo 2016

Il mistero del Triangolo delle Bermuda? Una serie di grandi crateri sottomarini che sarebbero potenzialmente alla base delle inspiegabili sparizioni di navi e di aerei in quello che viene considerato uno dei posti “maledetti” della Terra. La spiegazione l’ha fornita un ricercatore della Arctic University della Norvegia, facendo un paragone tra il Mare di Barents e il Triangolo delle Bermuda.

 

Anche nel Mare di Barentis sono state registrate queste “cavità giganti” sul fondo dell’oceano, “causate probabilmente da enormi scoppi di gas”, e proprio “l’area dei crateri rappresenta probabilmente uno dei più grandi punti caldi per il rilascio di metano marino nell’Artico e le esplosioni che successivamente formano le cavità potrebbero comportare grossi rischi per le navi che viaggiano sul Mare di Barents”.

 

Così, spostandoci del Triangolo delle Bermuda, il rischio potrebbe essere lo stesso: vortici di enormi dimensioni capaci di inghiottire navi e aerei, come avvenne nel 1945, quando uno squadrone di cinque bombardieri americani sparì sul Triangolo senza lasciare traccia. La tesi dei ricercatori norvegesi sembra confermare quanto avevano già teorizzato alcuni scienziati russi, che pure avevano trovato spiegazioni scientifiche e non paranormali (l’aumentata temperatura del mare che si mescola a percentuali enormi di gas innescando una sorta di reazione nucleare) per spiegare il giallo Bermuda.

 

Il Triangolo delle Bermuda è un’area dell’Oceano Atlantico che diventò celebre sessanta anni fa per una serie di sparizioni di persone, aerei, navi, scomparse senza lasciare traccia; nel corso del tempo le spiegazioni sull’accaduto si sono moltiplicate, si è parlato di errori umani, fenomeni naturali, misteri paranormali, sospensione delle leggi della fisica, ma una serie ormai abbondante di documenti sugli incidenti avvenuti nella zona mostra come la dimensione ‘magica’ del Triangolo sia tutto sommato una invenzione da marinai, su cui nel corso del tempo una serie di scrittori ha esagerato all’inverosimile.

 

A scrivere per primo dei misteri delle Bermuda fu l’autore americano Christopher Columbus, parlando di "strane  luci danzanti all’orizzonte”, fiamme nel cielo e altri fenomeni inspiegabili. Nel 1964, la rivista “Argosy Magazine” dedicò una celebre copertina al Triangolo delle Bermuda. Tra le spiegazioni scientifiche, come abbiamo visto, oltre alla nuova tesi dei megacrateri sotto l’oceano, in passato c’è già chi ha provato a spiegare il mistero con i giacimenti di metano presenti nell’area, oppure con tempeste e  uragani, o con la corrente del Golfo.

 

C’è poi il partito dell’errore umano, che imputa le sparizioni a degli atti dell’uomo, ufficiali o segreti. Errori umani appunto o atti deliberati di distruzione, guerra o pirateria. Infine non mancano una serie di teorie alla X-Files, popolarissime, come la pista di Atlantide, il continente perduto,  la teoria degli UFO, i viaggi nel tempo, le anomalie della fisica, le onde anomale e così via. Chi più ne ha ne metta. Insomma, anche il ricercatore norvegese e la sua teoria dei megacrateri è invitato a mettersi in fila.