Il valore aggiunto di Iorio sta nella sua statura politica
10 Ottobre 2011
Dopo mesi di una campagna elettorale insolita, svolta in gran parte sotto il sole di una calda estate, eccoci a sette giorni dal “verdetto”: domenica e lunedì i molisani andranno alle urne per decidere chi li governerà nei prossimi cinque anni. Tra il Michele Iorio – governatore uscente e “presidentissimo” della Regione da due mandati – e Paolo Di Laura Frattura – vincitore delle primarie del centrosinistra ed ex candidato consigliere per Forza Italia alle Regionali del 2000 – chi la spunterà?
I sondaggi ufficiosi – circolati in questi giorni ma non divulgati, perché è vietato farlo entro i 15 giorni dal voto – danno tutti la vittoria a Iorio. In politica, si sa, è sempre meglio non fare calcoli anticipati. È più consigliabile valutare le cose sulla base dei fatti, non lanciandosi in avventurosi pronostici. Anche i fatti, però, parlano chiaro e fanno pendere la contesa a favore del presidente in carica. Del resto, l’esponente del Pdl è da tutti riconosciuto come un’istituzione. Ha un curriculum politico che nessun altro può vantare in Regione (è stato sindaco, assessore provinciale, deputato, senatore, vicepresidente regionale) e ciò gli ha permesso di costruire una serie di rapporti sul territorio e, soprattutto, con il potere politico a Roma, che lo pongono in una condizione di assoluta serenità e capacità di decidere. Ogni problema che si è presentato in Regione negli ultimi anni – e parliamo anche di situazioni complesse come la gestione del post-terremoto del 2002 o le criticità legate al deficit della sanità – alla fine è stato risolto.
Proprio per la sua capacità di presentarsi agli occhi del potere centrale come un amministratore affidabile, Iorio è stato nominato commissario straordinario per la gestione dei fondi trasferiti dopo il terremoto e commissario ad acta per la Sanità. In entrambe le situazioni, il comportamento del governo regionale è stato all’altezza, garantendo un adeguato approvvigionamento di risorse ai Comuni del "cratere" colpito dal sisma e, di fatto, chiudendo, la questione del disavanzo sanitario.
Con Iorio alla guida della Regione, il Molise ha fatto enormi passi in avanti, soprattutto a livello di rappresentanza nazionale e internazionale. Nel corso di questi anni è stata messa in piedi – su forte impulso della giunta – una rete di rapporti tra i molisani nel Mondo e la Regione che mai era stata così salda; Iorio è stato nominato vicepresidente della Conferenza delle Regioni e presidente dell’Euroregione adriatica, un organismo che raccoglie 25 tra Regioni ed enti locali del bacino adriatico, con una popolazione complessiva di circa 20 milioni di abitanti.
Ma non solo. Il governatore in carica può vantare un ruolo politico forte, che spesso prescinde da Silvio Berlusconi, l’uomo che in questi anni lo ha sempre sostenuto nelle candidature. La forza di Iorio si è ormai spostata sul territorio, tra gli elettori. In Molise il Pdl, sotto la guida sua e del coordinatore Ulisse di Giacomo, ha trainato il centrodestra verso la vittoria di tutti gli appuntamenti elettorali che si sono tenuti in questi anni: dalla Regione al più piccolo Comune (compreso, ad esempio, Montenero di Bisaccia, paese natale e feudo del leader dell’Idv Antonio Di Pietro) il partito ha dimostrato di essere molto radicato. In Molise, insomma, il Pdl ha mostrato la sua organizzazione più riuscita. Si è sostituito, in pratica, alla Democrazia cristiana che a livello locale era dominante, con percentuali elettorali da record. In due mandati Iorio è riuscito a rendere il Molise una Regione più centrale nelle dinamiche politiche nazionali. Una cosa non da poco soprattutto in prospettiva federalista. Fondamentalmente, ha cambiato il volto di questa Regione. Nel bene o nel male starà ai cittadini, domenica prossima, decidere se riconfermarlo.