Il ventennio berlusconiano

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Il ventennio berlusconiano

29 Settembre 2016

Buon compleanno presidente Berlusconi. E grazie. Grazie per tante cose. Grazie per aver dato dignità in politica estera al nostro Paese, quando i sorrisini e l’ostilità europea non nascevano dalle furbesche richieste di “flessibilità” (vedi deficit e debito pubblico), ma dal protagonismo italiano, con il Cav. capace di farsi ascoltare e rispettare a Washington come a Mosca. In grado di chiudere un vero accordo sui migranti con Gheddafi e lavorare per l’autosufficienza energetica del nostro Paese con Putin ed Erdogan, prima che Sarkozy, complice Obama, trascinasse i suoi alleati nella folle avventura libica.

Grazie presidente Berlusconi per quel vittorioso 1994 quando capimmo che Mani Pulite, stagione che pure all’inizio aveva avuto un impatto positivo, si era rapidamente e tragicamente trasformata in uno strumento di lotta politica che avvantaggiava una sola parte, e quindi grazie presidente per esserti caricato sulle spalle la battaglia per una giustizia giusta, non politicizzata, che punti a mantenere un equilibrio nel rapporto tra i poteri dello Stato. Grazie, insomma, per aver fermato la “gioiosa macchina da guerra” comunista, in tante delle sue molteplici vesti.

Grazie presidente, per quello che hai fatto come imprenditore e che oggi ti riconoscono in tanti, per aver innovato lo stantio panorama televisivo italiano e le regole stesse della comunicazione politica, basta guardarla adesso la TV per capire chi ci ha messo il bavaglio. Grazie, Berlusconi, per la legge Biagi che liberò il mercato del lavoro e fece salire l’occupazione, altro che sgravi e trucchetti alla Jobs Act, e grazie infinite per aver imposto nel dibattito pubblico la parola d’ordine “meno tasse”, contro un fisco oppressivo, rendendola l’elemento caratterizzante di un centrodestra moderno e non statolatrico.

Grazie presidente, per il tuo impegno in difesa della vita e della famiglia naturale, non dimentichiamo nulla, neppure lo scontro aperto con l’allora presidente Napolitano sul caso Englaro. Non dimentichiamo nulla perché vorrà pur dire qualcosa se quello che ci lasciamo alle spalle viene ricordato come il “ventennio berlusconiano”, nonostante Silvio abbia governato solo una parte di quegli anni. Certo alla storia non sono passati i vari Prodi, D’Alema o Dini… Servirebbe allora un giudizio sereno, sugli anni dell’antiberlusconismo militante, dei girotondi di tutti i colori, quegli anni che oggi, sotto sotto, ma in certi casi anche apertamente, gli avversari ammettono di rimpiangere.

Perché nel ventennio berlusconiano almeno c’era qualcuno che scatenava delle passioni politiche, che era amato e altrettanto odiato, adesso invece ci ritroviamo con una brutta copia dell’originale, che gli italiani né amano né odiano, al massimo rifiutano, visto che in fondo neanche l’hanno eletto. Sia chiaro, ancora oggi Silvio Berlusconi non ha mollato, può determinare i destini del centrodestra, ma nel giorno del suo ottantesimo compleanno vogliamo ringraziarlo soprattutto per questo, aver dato una casa, una patria, ai conservatori italiani. Con un rimpianto che nasce da una constatazione. Dopo il “ventennio”, una gran parte di quella sincera partecipazione alla politica, popolare e democratica, si è rifugiata sempre più spesso nel non voto, nella astensione e nella protesta fine a se stessa.