Il vicario dell’Anatolia ucciso dal suo autista. E’ giallo sul movente

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Il vicario dell’Anatolia ucciso dal suo autista. E’ giallo sul movente

03 Giugno 2010

La Turchia si conferma ancora una volta terra di martirio per i cristiani. A quattro anni dall’omicidio di don Santoro, un altro sacerdote cattolico italiano è stato ucciso. Si tratta di Monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, assassinato a coltellate, probabilmente dal suo autista, nella sua abitazione di Iskenderun.

L’omicida, Murat Altun, è già stato arrestato: “era da tempo sotto cura psicologica”, ha spiegato l’ambasciatore italiano in Turchia, Carlo Marsili. In base ai primi resoconti, “l’omicidio di monsignor Luigi Padovese non ha un movente politico” ha fatto sapere il governatore della provincia turca di Hatay, Mehmet Celalettin Lekesiz.

È “un fatto orribile, che ci lascia profondamente sconcertati e, naturalmente, addoloratissimi” ha commentato a caldo padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, alla Radio vaticana. “Preghiamo perché il Signore lo ricompensi del suo grande servizio per la Chiesa e perché i cristiani non si scoraggino e, seguendo la sua testimonianza così forte, continuino a professare la loro fede nella regione”.

Nel corso di una recente intervista, il vescovo assassinato oggi tracciava un quadro della condizione dei cristiani e dei cattolici, in particolare, che vivono in Turchia, circodati – si diceva –  da un clima non privo di tensioni. “Per capire l’attuale situazione che vivono i cristiani in Turchia – disse Padovese in quell’occasione – occorre riandare agli anni settanta e lì focalizzare in particolare due fenomeni concomitanti: da un lato il ridimensionamento dell’islam da parte di Ataturk, che oggi invece cerca di riprendere vigore e forza; dall’altro un nazionalismo sempre più forte e reattivo a fronte della crescente paura di perdere consenso all’interno della società”. Monsignor Padovese avrebbe dovuto partecipare, da domani, alla visita del Papa a Cipro, per la consegna dell’Instrumentum laboris, il documento preparatorio del Sinodo per il Medio Oriente che si terrà a ottobre prossimo. Il programma della visita non dovrebbe comunque subire cambiamenti. “Alla vigilia di un viaggio del Papa verso il Medio Oriente anche proprio per incoraggiare le comunità cristiane che vivono in questa regione – ha detto padre Lombardi -, questo fatto fa capire molto profondamente quale problema di solidarietà della Chiesa universale, di sostegno per queste comunità cristiane sia assolutamente urgente, necessario”.

L’omicidio di monsignor Padovese si aggiunge a quelli di altri sacerdoti cattolici: padre Adriano Franchini, ucciso nel 2007 a Izmir al termine della Messa domenicale, e don Andrea Santoro, ucciso a Trabzon nel 2006 mentre pregava in chiesa. “Siamo distrutti, costernati perché è stato un fatto imprevedibile” dice monsignor Antonio Lucibello, nunzio apostolico in Turchia. “Al momento attuale – spiega – non ho notizie più dettagliate. Ma da quanto ho appreso, l’autista di monsignor Padovese, Murat, avrebbe ammesso le proprie responsabilità” e sarebbe già stato arrestato. “È strano perché io sempre visto quest’uomo come una persona molto devota a Padovese e sempre servizievole”.

Monsignor Padovese “è stata una persona che ha avuto grandi meriti per la testimonianza della vita della Chiesa nella Turchia – continua padre Lombardi -; è stata una persona dedita al Vangelo, coraggiosa e questa sua morte ci fa vedere come la testimonianza della Chiesa in certe situazioni possa essere pagata anche con il sangue. Vi sarà necessità di capire meglio anche le circostanze o i moventi di questa morte; rimane che è una vita donata per il Vangelo”.

“È un fatto tragico che ci sconvolge profondamente”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini a proposito dell’assassinio di monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico per l’Anatolia. “La nostra rappresentanza consolare è già sul posto per verificare l’accaduto; c’è l’interrogatorio in corso dell’autista del nostro vescovo che pare avesse delle gravi turbe mentali. Naturalmente siamo in contatto con le autorità turche”, ha aggiunto il ministro parlando con i giornalisti a margine della sua visita all’Istituto universitario europeo di Fiesole. “Si tratta comunque di un atto orribile per il quale noi esprimiamo tutta la nostra esecrazione”, ha concluso Frattini.

La presidenza della Camera si attiverà presso il governo “perché possa venire a riferire su questo gravissimo fatto”. Così il presidente di turno di Montecitorio, Maurizio Lupi, accoglie le richieste sollevate in aula da Giovanni Sanga del Pd e da Renato Farina del Pdl per chiedere al governo un’informativa sull’omicidio di monsignor Padovese. Lupi ha espresso il cordoglio di tutti i deputati per “questo gravissimo fatto” e ha ricordato la “grande personalità” di Padovese, conosciuto con molti colleghi parlamentari durante una visita in Turchia.

Monsignor Padovese è nato a Milano il 31 marzo 1947. Nel 1965 fa la professione solenne nei frati cappuccini e nel 1973 viene ordinato sacerdote. Insegna Patristica alla Pontificia Università Antonianum e per 16 anni è direttore dell’Istituto di spiritualità. L’11 ottobre 2004 viene nominato vicario apostolico dell’Anatolia e viene consacrato a Iskenderun il 7 novembre dello stesso anno. Nel 2006 Padovese ha concelebrato con monsignor Camillo Ruino i funerali di don Andrea Santoro, ucciso nel 2006 a Trebisonda.